YouTrend
Iowa: i risultati delle primarie democratiche tra ritardi e sorprese [AGGIORNATO]

Iowa: i risultati delle primarie democratiche tra ritardi e sorprese [AGGIORNATO]

Ci è voluta quasi una settimana per avere i dati “ufficiali” sui caucus dell’Iowa, ma dopo gli evidenti errori nel conteggio dei verbali di scrutinio le principali agenzie di stampa americane non riescono ancora a dichiarare un vincitore. L’unica certezza è il crollo di Biden, che finisce quarto e rischia di compromettere la corsa verso la candidatura.

Dopo quasi una settimana dalla chiusura dei caucus in Iowa e il riconteggio di circa 50 verbali di scrutinio, l’Iowa Democratic Party ha finalmente comunicato i risultati ufficiali. A Pete Buttigieg son0 stati assegnati 14 delegati nazionali (con 564 S.D.E., il 26,2%), mentre Bernie Sanders ne ha ottenuti 12 (562 S.D.E., il 26,1%). Parteciperanno alla Democratic National Convention di luglio anche 8 delegati di Elizabeth Warren, 6 di Joe Biden e l’unico delegato di Amy Klobuchar

Tuttavia, secondo Associated Press (che storicamente verifica i risultati delle elezioni e annuncia i vincitori) i risultati sono ancora troppo incerti a causa degli errori durante la fase di conteggio, che influirebbero ancora sull’attribuzione di uno State Delegate Equivalent. Per questo motivo l’agenzia di stampa americana (e di conseguenza il New York Times) non si è sentita di assegnare 14 delegati nazionali a Pete Buttigieg (attribuendogliene dunque uno in meno), né di “chiamare” la vittoria di un candidato.

 

Il pasticcio dei satellite caucus

Bernie Sanders, che ha vinto il voto popolare e nel frattempo ha dichiarato la vittoria, avrebbe intenzione di chiedere un parziale riconteggio dei voti. Sanders aveva recuperato nei satellite caucus il vantaggio accumulato da Pete Buttigieg nelle zone rurali, dove il rapporto delegati/votanti è maggiore. I satellite caucus sono seggi dove possono votare le comunità di immigrati e di studenti fuorisede in Iowa, nonché gli Iowans che vivono nel resto degli Stati Uniti e all’estero. In questi seggi, Sanders ha spopolato, recuperando gran parte del distacco accumulato da Buttigieg.

Ma il conteggio dei voti nei caucus satellite ha aggiunto ulteriori elementi di incertezza, rendendo ancor più imprevedibile l’esito dei caucus. I delegati equivalenti assegnati tramite i satellite caucus, secondo alcune analisi, non corrisponderebbero al conteggio corretto previsto dal regolamento del Partito Democratico. Insomma, anche se i risultati finali sono arrivati, l’epopea dell’Iowa è ancora ben lontana dalla sua fine.

Una delle poche certezze di questo primo appuntamento delle primarie democratiche è il crollo di Joe Biden, candidato fino al 3 febbraio favorito per la vittoria finale e testa-a-testa con Sanders nella media dei sondaggi pre-Iowa. Con soli 340 S.D.E (15,8%), Biden è finito addirittura quarto, dietro a Elizabeth Warren (388 S.D.E., 18%) e di poco sopra Amy Klobuchar (264 S.D.E, 12,3%). Un risultato a dir poco deludente, che sembra riassumere le debolezze della campagna elettorale condotta fin qui dall’ex vicepresidente e lascerebbe ipotizzare un’emorragia di consensi verso lo stesso Buttigieg. Quest’ultimo avrebbe raccolto gran parte del suo voto anche nelle “pivot counties” del centro e dell’est dello Stato, quelle contee decisive che tra il 2008 e il 2012 votarono in maggioranza per Obama e nel 2016 per Trump.

Insomma, in buona parte dello stato c’è un pareggio (in grigio) mentre nei centri urbani di Des Moines e Cedar Rapids vince Sanders e in molti seggi rurali è in vantaggio Buttigieg.

In questa mappa si nota ancora meglio il vantaggio di Sanders nei centri urbani comparato al giallo di Buttigieg preponderante nei suburbi e nelle campagne. In generale il vantaggio dei candidati, anche nei seggi a loro favorevoli, è molto piccolo.

 

Il caos dei ritardi

La vera notizia della giornata di martedì scorso è stata l’assenza dei risultati stessi durante l’arco dell’intera giornata. I primi risultati ufficiali, infatti, erano attesi nella notte di lunedì intorno alle 5 (ora italiana) ma non sono arrivati prima delle 23 del giorno dopo. Le cause del ritardo – che ha spiazzato gli analisti di mezzo mondo – non sono ancora ben chiare, ma gli organizzatori del Partito Democratico hanno comunicato che si è trattato di “reporting issues”, difficoltà nella trasmissione dei dati, probabilmente dovute al crash dell’app che i coordinatori di seggio erano stati invitati ad utilizzare per comunicare i risultati.

Il caos creato dai ritardi ha causato numerose reazioni di sconfortooltre alle solite teorie del complotto – sia all’interno del circo mediatico americano, sia del Partito Democratico, inducendo molti osservatori a mettere in discussione l’esistenza stessa di un sistema lento, complesso e macchinoso come quello dei caucus. Non si è fatta attendere anche la reazione di Donald Trump (nel frattempo vincitore indiscusso dei caucus repubblicani dell’Iowa con il 97,1% dei voti) che con una serie di tweet ha deriso la disorganizzazione dei democratici, descritti come “fannulloni” e “incompetenti”.

 

Verso il New Hampshire

Non è ancora chiaro quanto il caos provocato dal ritardo nella comunicazione dei risultati influirà sulla corsa elettorale verso le presidenziali del prossimo 3 novembre e quanto questo possa trasformarsi in un assist per la campagna di Donald Trump. Nel frattempo, la sfida interna al Partito Democratico si muove verso le primarie di martedì 11 febbraio in New Hampshire e la partita è più aperta che mai. Secondo la media dei sondaggi elaborata da FiveThirtyEight, Bernie Sanders guiderebbe nello stato del nord-est con poco più di 5 punti di vantaggio su Buttigieg (26% contro 20,9%). Insomma, l’ex sindaco di South Bend ha approfittato della copertura mediatica positiva durante il testa a testa con Sanders in Iowa e si è issato al secondo posto a scapito di Joe Biden. Proprio Biden è crollato al quarto posto con il 12,3%, praticamente alla pari con Warren, terza al 12,7%, mentre Klobuchar sarebbe al 9,5%. Come sappiamo, il voto dell’Iowa potrebbe influire non poco sulle campagne dei singoli candidati e rimescolare le carte in tavola anche sul breve termine.

Pete Buttigieg intende sfruttare il momentum della vittoria in Iowa (anche se la copertura mediatica del suo successo ha rischiato di essere oscurata dallo State of the Union Address e dal voto del Senato sull’impeachment) ma dovrà dimostrare di essere competitivo anche negli stati etnicamente più eterogenei, dove fatica a raccogliere consenso tra gli elettori non bianchi. Con la débâcle di Joe Biden, la parziale vittoria in Iowa e il favore dei sondaggi, anche Bernie Sanders si avvicina ai prossimi appuntamenti con il vento in poppa e grandi possibilità di successo soprattutto ai caucus del Nevada – stato a lui storicamente favorevole – il prossimo 22 febbraio.

Elizabeth Warren, terza classificata, spera di sfruttare il buon risultato dell’Iowa e ottenerne uno altrettanto soddisfacente in New Hampshire; per lei la gara è tutt’altro che finita e con lo scontro sempre più aperto tra Buttigieg (moderato) e Sanders (più vicino all’ala di sinistra del partito) la sua intenzione è quella di conciliare le due posizioni ed emergere come il candidato ideale per il Partito Democratico del 2020.

Chi è il vero vincitore dell’Iowa?

Il capitombolo di Biden favorirà anche il grande assente di questi caucus in Iowa, Michael Bloomberg, che entrerà in gioco durante il Super Tuesday del prossimo 3 marzo sperando di attirare su di sé il favore dell’establishment democratico, nel momento in cui il candidato di punta (in questo momento proprio Joe Biden) dovesse incappare in altri passi falsi.

Infine, Biden stesso deve sperare di risalire la china al più presto per mantenere in vita la propria campagna, magari con successo alle primarie democratiche del South Carolina (dove l’elettorato afroamericano lo vede con particolare favore) in programma a fine febbraio. Certo è, che vincere negli stati del sud non basterà per ottenere la nomination finale, e la strategia elettorale dell’ex vice di Obama dovrà trovare un punto di svolta al più presto, anche perché, come abbiamo visto, più di un candidato è pronto a scippargli il posto da front-runner dei democratici.

Paradossalmente, tra caos nell’organizzazione e risultati a sorpresa, il vincitore inaspettato di questa prima giornata di primarie democratiche potrebbe essere il Presidente Donald Trump, che da un lato avrà a disposizione uno strumento in più da giocarsi in campagna elettorale, dall’altro si sfrega le mani nell’assistere a una lotta serrata e dispendiosa tra una moltitudine di candidati, che non sembra voler consegnare al Partito Democratico una nomination forte, in grado di sfidare il presidente uscente ad armi pari.

Gianluca De Feo

Trentino, grande appassionato di politica americana ed europea. Vive in Italia ma studia politica e storia del Nord America alla Freie Universität Berlin.

Giovanni Forti

Romano, studia Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Sant'Anna. Quando non è su una montagna, si diverte con sistemi elettorali, geografia politica e l'impatto delle disuguaglianze sul voto.

2 commenti

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

  • Vi seguo con grande apprezzamento…ma mettere gli screenshot delle mappe del NYT senza linkarle non si fa 🙂
    Sono stata 5 min a provare a cliccare sui tab density-lead prima di accorgermi che erano immagini… e non c’è un link che mi porti alla versione originale interattiva.

    • Ciao Alice, grazie per la tua segnalazione. L’articolo è stato aggiornato più volte man mano che arrivavano nuovi dati dall’Iowa, per cui nel sostituire gli screen delle mappe più volte ci siamo persi la fonte completa.