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Portogallo: Europee, prove generali per le politiche di Ottobre?

Portogallo: Europee, prove generali per le politiche di Ottobre?

L’unico Stato UE a guida socialista dove non si è ancora registrato un exploit di partiti populisti di destra

Antonio Costa, segretario del Partito Socialista (PS) è anche il premier del Portogallo. Guida un esecutivo di minoranza che si regge sull’appoggio esterno dei partiti di sinistra e continua a godere di un consenso ampio in un Paese che cresce più della Germania e che, dopo aver usufruito di un piano di aiuti per 78 miliardi di euro da EU e FMI nel 2011, ha quasi azzerato il deficit, evitando le draconiane misure toccate alle Grecia.

Il 26 maggio, nel piccolo Stato iberico si vota per l’assegnazione di 21 seggi al Parlamento Europeo, lo stesso numero di Grecia e Ungheria. Secondo la media dei sondaggi (realizzati dagli istituti Pitagórica, Aximage, Eurosondagem, CESOP–UCP, ICS/ISCTE) i socialisti si dovrebbero confermare in testa anche per questa tornata elettorale, arrivando a toccare il 35% delle preferenze e crescendo anche rispetto alla vittoria delle Politiche 2014, quando raggiunse il 31,5% (già all’epoca +5% rispetto al 2009).

Al secondo posto con il 26,8% si colloca il centrodestra conservatore dei Social Democratici (PSD), all’opposizione. In Portogallo permane infatti forte il bipolarismo, anche, ma non solo, perché il Governo di Costa è appoggiato come detto da tutti i partiti più a sinistra: il Bloco de Esquerda (B.E.) dato per queste Europee al 9%, i Verdi e il Partito Comunista Portoghese, questi ultimi uniti nella Coalizione Democratica Unitaria CDU guidata da João Ferreira, che dovrebbe raggiungere, secondo i sondaggi, il 7,8% collocandosi dietro il partito di Nuno Melo che guida invece la coalizione popolare cristiano-conservatrice che raggiungerebbe l’8%. Lo spin-off del partito socialista “A” de l’Aliança, guidata dall’ex primo ministro Pedro Santana Lopes, si fermerebbe al 2,5%, poco sopra al partito animalista ed ecologista (PAN) dato al 2,3%.

A differenza degli altri Stati dell’Unione, il tema centrale su cui si è sviluppato il dibattito della campagna elettorale è squisitamente economico (principalmente investimenti in turismo e infrastrutture e welfare) e non riguarda per esempio l’immigrazione; questo ha favorito l’ampio consenso della sinistra socialista, che non si vede opporre alcun populismo di destra con un minimo di seguito. Non esiste infatti qui un “effetto Vox”, anche se è presente un neonato partito nazionalista chiamato “Basta”, guidato da André Ventura.

Elena Gagliardi

Europea praticante. Assistente parlamentare alla Camera dei Deputati. Ha lavorato per un anno nella Silicon Valley d'Europa, Lisbona, cadendo a intervalli regolari dalla tavola da surf. Laureata in Giurisprudenza a Milano (UCSC), ha vinto il Premio "AODV 231" sponsorizzato da Fondazione Cariplo con una tesi in diritto penale societario e informatico scritta ad Harvard, negli Stati Uniti. Coder wannabe applicata alla visualizzazione di dati complessi e al potente rapporto tra algoritmi e politica. Twitta da @jurispindoctor, YouTrend è la sua "stanza dei numeri" preferita.

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