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Povertà

La povertà in Italia nel 2021

La povertà assoluta è stabile rispetto al 2020 nel nostro Paese, anche se aumenta al Sud, tra gli stranieri e tra i disoccupati.

La scorsa settimana l’Istat ha rilasciato le stime preliminari sulla povertà in Italia nel 2021, evidenziando come ci siano 5,6 milioni di persone in condizioni di povertà nel nostro Paese e come il dato sia rimasto stabile rispetto al 2020. In povertà assoluta rientrano, per l’Istat, quelle famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia di povertà assoluta – soglia che si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e per tipo di comune di residenza.

 

La povertà è rimasta stabile

Nel 2021 il 7,5% delle famiglie italiane viveva in una condizione di povertà assoluta e il dato sale al 9,4% se si guarda la percentale di individui. In numeri si tratta di 1,95 milioni di famiglie e 5,6 milioni di individui. Nel 2021 la povertà, come dicevamo, è quindi rimasta stabile rispetto al 2020: questo è dovuto all’effetto combinato di un aumento della spesa delle famiglie meno abbienti e di una ripresa dell’inflazione. Senza quest’ultima, infatti, la povertà assoluta sarebbe scesa al 7,0% per le famiglie e all’8,8% per gli individui.

L’intensità della povertà assoluta, cioè la distanza media tra la spesa per consumi delle famiglie povere e la soglia di povertà, rimane anch’essa sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno (18,7%), con l’unica eccezione del Centro Italia dove invece è in aumento.

 

 

Differenti trend tra Nord e Sud

Sebbene complessivamente sia rimasta stabile rispetto al 2020, a livello di macroaree la povertà è cambiata. Al Nord, infatti, le famiglie in povertà sono passate dal 7,6% del 2020 al 6,7% del 2021 (108 mila famiglie e 301 mila individui in meno), mentre al Sud sono passate dal 9,4% al 10,0% (51 mila famiglie e 196 mila persone in più). La povertà nel Centro Italia è invece simile al 2020, passando dal 5,4% al 5,6% per le famiglie. 

 

 

L’incidenza della povertà rimane più elevata (11,5%) per le famiglie con almeno un figlio minore. Nel caso di famiglie formate da coppie con 3 o più figli il dato sale al 20,0%, mentre si scende al 5,5% tra le famiglie con almeno un anziano, confermando, sempre secondo l’Istat, “l’importante ruolo di protezione economica che i trasferimenti pensionistici assumono in ambito familiare”.

I minori in povertà assoluta nel 2021 sono stati 1,38 milioni, con un’incidenza del 14,2%. Si tratta di un dato simile rispetto al 2020, ma sensibilmente maggiore dell’11,4% del 2019. Le incidenze di povertà sono stabili anche tra i giovani di 18-34 anni (11,1%) e tra gli over 65 (5,3%).

La povertà rispetto al 2020 è rimasta stabile nelle famiglie con la persona di riferimento occupata (da 7,3% del 2020 a 7,0%) e tra quelle con un pensionato (da 4,4% a 4,3%), mentre registra un peggioramento in quelle in cui la persona di riferimento è in cerca di un lavoro (da 19,7% a 22,6%).

Tra le famiglie composte solo da italiani, l’incidenza della povertà assoluta è pari al 5,7% (in calo rispetto al 6,0% del 2020), mentre tra quelle composte da soli stranieri è al 30,6% (in aumento rispetto al 26,7% del 2020). Nelle famiglie con stranieri invece la povertà è pari al 26,4% (contro il 25,3% dell’anno scorso). 

 

 

Lorenzo Ruffino

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