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Mattarella grazia 7 persone: che cos’è il provvedimento di clemenza individuale?

Dall’inizio del mandato l’attuale Capo dello Stato l’ha concessa 33 volte.

Heinrich Sebastian Oberleiter, Michele Strano, Carlo Garrone, Cristina Langella, Cosimo Bruno, Giuseppe Minisgallo, Francesco Domino: sono le persone raggiunte dal provvedimento di grazia firmato giovedì dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dall’inizio del settennato, il 3 febbraio 2015, l’attuale Capo dello Stato ha firmato in totale 33 atti di clemenza individuale. Ma cos’è la grazia? In base all’articolo 87 della Costituzione, il Presidente della Repubblica “può concedere grazia e commutare le pene”.

Il provvedimento, controfirmato dal Ministro della Giustizia, applica uno sconto di pena, o la estingue del tutto, ai soggetti condannati in via definitiva. A differenza dell’indulto, che è un beneficio collettivo votato dal Parlamento, la grazia è una misura individuale e viene concessa anche senza la richiesta da parte del condannato. La commutazione invece trasforma la pena in una meno afflittiva. Mattarella ha sinora concesso più volte la grazia rispetto ai 23 del predecessore, Giorgio Napolitano. In generale, come si vede nella tabella di sotto, dall’entrata in vigore della Costituzione il potere di clemenza individuale è stato sempre meno esercitato:

Nell’immediato secondo dopoguerra, i provvedimenti di grazia servirono per favorire la pacificazione nazionale dopo il ventennio fascista. Secondo dati del portale storico della Presidenza della Repubblica riportati nella tabella sopra, Luigi Einaudi emanò ben 479 decreti cumulativi di grazia che raggiunsero in totale 15.578 persone, il doppio rispetto al successore Giovanni Gronchi (7.423).

Tra la richieste di grazia che più hanno diviso l’opinione pubblica quella ad Adriano Sofri, l’ex leader di Lotta Continua condannato a 22 anni di carcere come mandante dell’omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi, avvenuto nel 1972. Pur non presentando Sofri personalmente la richiesta di grazia, nei primi anni Duemila intorno al “caso Sofri” nacque un movimento innocentista per l’atto di clemenza. Alla fine la grazia non fu concessa perché la sentenza definitiva – dopo un iter processuale travagliato – fu emessa tre giorni dopo che Carlo Azeglio Ciampi aveva concluso il suo mandato al Quirinale, nel maggio 2006. La grazia fu invece concessa a Ovidio Bompressi, autore materiale secondo la sentenza in Cassazione, dell’omicidio Calabresi, che ne fece richiesta al neoeletto Napolitano.

Claudio Agrelli

Laureato in Mass Media e Politica all'Università di Bologna, campus di Forlì. Giornalista professionista, dal 2018 collabora con il team di Youtrend dove si occupa di storia politica e comunicazione istituzionale. Appassionato di biografie dei grandi leader del passato, crede nel valore della memoria. Maratoneta elettorale. Allergico al pelo di gatto e alle fake news.

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