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Qual è la percezione dell’emergenza climatica?

Negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza sulle tematiche ambientali, anche se ora la pandemia rischia di riportarle in secondo piano

Da quando Greta Thunberg, al tempo una sconosciuta studentessa svedese, ha cominciato il suo pacifico sciopero per il clima (Skolstrejk för klimatet) sono passati ormai 3 anni. Il tema del cambiamento climatico, nel frattempo, è diventato sempre più importante e sentito nel dibattito pubblico: Joe Biden ha insistito, durante l’ultima campagna presidenziale, sul rientro degli Stati Uniti negli accordi di Parigi dopo la fuoriscita voluta dall’Amministrazione Trump, mentre l’Unione Europea ha puntato sulla transizione ecologica come motore trainante di Next Generation EU.

 

La percezione dell’emergenza climatica in Italia e nel mondo

Recentemente la situazione globale è stata fotografata da una ricerca svolta per lo United Nations Development Program (UNDP) che ha coinvolto più di 50 Stati. Il 64% dei partecipanti ha sostenuto che la crisi climatica è effettivamente un’emergenza, chiedendo un cambio di passo nelle politiche ambientali. I più convinti sono i cittadini europei e nordamericani, con il 72% che crede vi sia un’emergenza climatica, mentre la percentuale scende tra il 61% e il 65% per chi abita nel resto del mondo.

Percentuale di popolazione che crede vi sia un’emergenza climatica (fonte: UNDP)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 59% degli intervistati, inoltre, si è detto d’accordo con il fare tutto il necessario e con urgenza per arginare il cambiamento climatico, mentre il 20% propende per agire lentamente mentre si cerca di capire meglio cosa fare. Il 10% pensa invece che stiamo già facendo abbastanza per contrastare il fenomeno e infine l’11% pensa che non si dovrebbe fare nulla. Insomma, c’è sicuramente molta sensibilità sul tema, anche se permangono delle minoranze attendiste e in alcuni casi apertamente scettiche.

Come fronteggiare il cambiamento climatico? (fonte: UNDP)

 

Come osservato in questa ricerca dello UNDP, il nostro Paese risulta estremamente preoccupato per la crisi climatica. Infatti, l’81% degli italiani che crede vi sia un’emergenza climatica pensa che occorrano azioni urgenti per fronteggiarla: si tratta della percentuale più alta – a pari merito col Regno Unito – tra tutti gli Stati considerati.

Percentuale di intervistati per Stato (top 10) secondo cui si dovrebbe agire con urgenza in rapporto a coloro che credono vi sia un’emergenza climatica (fonte: UNDP)

 

Il trend è in aumento, come mostrano i dati dell’istituto Demopolis: mentre nel 2000 solo il 43% degli italiani si dichiarava preoccupato per la situazione ambientale, nel giro di 19 anni questa percentuale è cresciuta di 20 punti, toccando il 63% nel 2019.

 

La discrepanza tra i dati di Demopolis e quelli dello UNDP relativi all’Italia ha una spiegazione: se il sondaggio di Demopolis interessa soltanto i maggiorenni, la ricerca dell’ONU prende in considerazione anche la fascia d’età 14-18, la quale – specie negli ultimi anni – ha mostrato una sensibilità sui temi ambientali molto più spiccata.

 

I partiti ecologisti in Europa

Questa crescita di consapevolezza della questione ambientale, tuttavia, non si è tramutata ovunque in un aumento dei consensi per i partiti ecologisti: alle europee 2019, infatti, 12 partiti verdi hanno ottenuto più del 10% delle preferenze su base nazionale, ma altrettanti non hanno eletto alcun deputato, restando, in 10 Paesi su 28, al di sotto del 5% dei voti espressi. Questa netta distanza tra partiti forti e in ascesa e partiti in difficoltà si è riflettuta anche geograficamente: è stato nell’Europa mediterranea e orientale che si sono riscontrati i risultati peggiori per i partiti verdi.

Percentuali di voto ottenute dai partiti verdi (Europee 2019)

In Italia, complice la frammentazione politica alla sinistra del Partito Democratico, Europa Verde non ha superato la soglia di sbarramento del 4%, fermandosi al 2,3% dei consensi: un dato deludente, nonostante si sia trattato di una crescita rispetto allo 0,9% registrato dalla lista Verdi Europei nel 2014. Nella penisola iberica, invece, il calo di consensi per i partiti verdi rispetto al 2014 si è intrecciato con il rafforzamento dei partiti socialisti, che si sono imposti come le forze politiche più competitive sia in Spagna che in Portogallo.

Bisogna dunque volgere l’attenzione all’Europa centrale e settentrionale, dove i partiti verdi, potendo contare su delle basi più solide, sono cresciuti in maniera rilevante (in alcuni casi inaspettatamente): il risultato migliore è stato in Germania, dove alle ultime elezioni europee i Grünen hanno superato il 20% dei voti e hanno strappato all’SPD la seconda posizione.

In Francia alle ultime elezioni comunali (2020) c’è stata una vera e propria vague verte (“ondata verde”): i candidati affiliati a Europe Écologie Les Verts hanno vinto – tra le molte – le città di Bordeaux, Lione, Strasburgo e Grenoble. A Parigi ha trionfato la candidata socialista Anne Hidalgo, per la quale è stato però fondamentale il sostegno degli ecologisti al ballottaggio.

 

La situazione italiana

Le ultime vicissitudini politiche italiane hanno riportato l’attenzione sulla questione ambientale: il nuovo Presidente del Consiglio Mario Draghi ha insistito su questo tema nel suo discorso alle Camere e ha istituito un Ministero ad hoc per la transizione ecologica, affidandolo al Professor Roberto Cingolani. La scelta di dar vita a questo Ministero è stata condivisa dagli italiani, come mostra un recente sondaggio di Demopolis: il 53% si trova infatti d’accordo, mentre il 32% no. 

 

Chiudiamo con un dato tratto dall’ultimo sondaggio Quorum/YouTrend per Sky TG24: successivamente alla formazione del Governo Draghi, sono stati sondati i temi più urgenti che secondo i cittadini dovrà affrontare il nuovo Esecutivo. Ebbene, tra le opzioni disponibili, quella relativa alla “costruzione di infrastrutture sostenibili” dal punto di vista ambientale si piazza in penultima posizione, venendo indicata dal 3,4% dei rispondenti: una percentuale piuttosto bassa, che sembra indicare come la questione ambientale non sia in realtà percepita come una sfida da affrontare con urgenza. Insomma, i cittadini approvano l’istituzione del Ministero per la transizione ecologica, ma non ritengono comunque l’ecologia un tema così prioritario, quantomeno in questo periodo segnato dalla pandemia e dalle emergenze economico-sociali ad essa collegate.


 

Se vi interessano le tematiche ambientali, seguite (se già non lo fate) la pagina Instagram di YouTrend, dove lunedì 1° marzo alle ore 21:00 Lorenzo Pregliasco farà una diretta insieme a Fridays For Future Italia!

Mattia Marasti

23 anni, studente di matematica, bevitore incallito di tè.

Luigi Ferrieri Caputi

Sono un attivista contro i cambiamenti climatici e per la giusta transizione. Abito a Livorno ma studio alla "Cesare Alfieri" di Firenze. Nel (poco, ahimè) tempo libero adoro andare in compagnia a teatro, o passeggiare in riva al mare.

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