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Come i Democratici hanno conquistato la Georgia

Come i Democratici hanno conquistato la Georgia

Le vittorie di Ossoff e Warnock in Georgia consegnano ai Dem il controllo del nuovo Senato

Martedì in Georgia si sono tenuti due ballottaggi per stabilire chi occuperà i due seggi dello Stato al Senato degli Stati Uniti. Entrambe le sfide sono state vinte dai due candidati del Partito Democratico, che non aveva senatori provenienti dalla Georgia dal 2005.

All’elezione regolare – quella per un mandato intero di sei anni – Jon Ossoff ha sconfitto il senatore repubblicano David Perdue, mentre all’elezione speciale la senatrice Kelly Loeffler è stata sconfitta da Raphael Warnock. Questa seconda elezione è stata innescata dalle dimissioni nel 2019 di Johnny Isakson: Loeffler fu nominata al suo posto per occupare il seggio fino a queste elezioni, pertanto Warnock rimarrà in carica due anni per terminare il teorico mandato di Isakson, che era stato rieletto nel 2016.

 

I risultati delle elezioni

Sebbene sia passato oltre un giorno, in Georgia non hanno ancora finito di scrutinare. I risultati sono comunque ormai semi-definitivi: manca all’incirca il 2% di voti, ma è possibile che servano ancora diversi giorni prima di terminare. Al momento, comunque, il vantaggio di Ossoff è di 35 mila voti (0,8 punti percentuali) e quello di Warnock di 73 mila voti (1,6 punti percentuali).

 

La differenza tra i risultati di Ossoff e Warnock può essere spiegata dalla differenza tra Perdue e Loeffler: il primo è un senatore che era già stato eletto una volta, mentre la seconda è stata nominata. Storicamente i senatori uscenti vanno meglio per il cosiddetto fattore “incumbency”, che tende però a non valere per coloro che vengono nominati (una dinamica simile si era vista in Minnesota nel 2018). 

Per la Georgia è la prima volta che viene eletto un senatore afroamericano: parliamo del reverendo Warnock, che è pastore della Ebenezer Baptist Church, la stessa di Martin Luther King. Del resto, il ballottaggio in Georgia fu proprio ideato per evitare che i neri potessero accedere a cariche politiche importanti. Ossoff sarà invece il primo senatore ebreo del profondo Sud dai tempi di Benjamin Jonas, che rappresentò la Louisiana a fine ‘800. 

La principale sorpresa delle elezioni di martedì, in ogni caso, è stata l’affluenza: hanno votato più di 4,4 milioni di persone, pari a quasi il 90% dell’affluenza delle elezioni presidenziali. Per un ballottaggio si tratta di un livello record che rende bene l’idea della posta in gioco.

C’è stata inoltre una netta polarizzazione – come del resto già a novembre – sulle modalità di voto: Ossoff ha ottenuto il 67,5% dei voti espressi via posta e il 50,6% di quelli espressi di persona nei giorni precedenti al voto, ma solo il 36,4% di quelli espressi il 5 gennaio. Questo è dovuto agli attacchi al voto anticipato lanciati nei mesi scorsi dal presidente uscente Donald Trump, che hanno spinto gli elettori del GOP a votare principalmente durante l’election day

Un dato su tutti: a novembre il voto dell’election day aveva pesato per il 20% dei voti totali e aveva visto vincere Trump per 23 punti percentuali. Perdue ha ottenuto invece 27 punti di vantaggio nei voti espressi il 5 gennaio, che hanno pesato per il 30% del totale. Se questa cosa si fosse saputa prima delle elezioni, in pochi avrebbero pensato che Perdue – ma anche Loeffler – potessero perdere le elezioni. 

Inoltre, si è anche scoperto che i Democratici sono andati molto meglio del previsto nel voto anticipato, che ha pesato per il 70% rispetto all’80% di novembre. Ossoff ha infatti potuto vincere nel voto anticipato con 12 punti percentuali di vantaggio, contro i 6 di Biden. 

 

L’ingrediente chiave della vittoria di Ossoff e Warnock è sicuramente individuabile nell’alta partecipazione degli afroamericani al voto, una dinamica osservata anche lo scorso anno nelle elezioni per il governatore della Louisiana. Ad esempio la contea suburbana di Clayton, una di quelle dell’area metropolitana di Atlanta, è al 70% composta da neri: qui il margine di vantaggio di Ossoff è stato di 6 punti maggiore di quello di Biden.

Un altro elemento interessante è questo: a differenza di quello che si potrebbe pensare, Warnock è andato meglio di Ossoff nelle sezioni con una maggiore quota di elettori bianchi. Allo stesso tempo, Warnock ha fatto meglio del suo compagno di partito nelle sezioni tendenzialmente più Democratiche. 

 

È interessante anche la divisione tra i tipi di contee: in quelle urbane (le contee in cui si trovano Atlanta, Augusta, Columbus e Savannah) Ossoff ha un vantaggio di oltre 206 mila voti, mentre in quelle suburbane il vantaggio si riduce a 194 mila voti e in quelle rurali Perdue è avanti di circa 365 mila voti. Questa dinamica è stata ancora più marcata nell’altra sfida, quella tra Warnock e Loeffler. 

Tornando all’affluenza, come abbiamo detto essa è stata molto alta pur essendo un ballottaggio, ma questo è in gran parte dovuto agli elettori Democratici: infatti, se si mette in relazione la variazione dell’affluenza tra novembre e gennaio e i voti ricevuti da Biden due mesi fa, si nota che i maggiori cali li hanno registrati le contee che votarono per Donald Trump.

Del resto, la retorica di Trump contro i presunti brogli alle elezioni – che però non ci sono stati – potrebbe aver spinto una quota dei suoi elettori a rimanere a casa martedì: questo potrebbe spiegare il fatto che il calo dell’affluenza sembri essere particolarmente concentrato nelle contee con una maggiore quota di elettori bianchi senza titolo di studio universitario, un segmento particolarmente trumpiano. 

 

Le contee nord occidentali e sud orientali, dove si trovano le contee più Repubblicane, sono state quelle che hanno registrato i maggiori cali dell’affluenza. Nell’area a nord-ovest, in particolar modo, si è avuto un calo importante: lì c’è il distretto che ha eletto a novembre Marjorie Taylor Greene, una deputata vicina alla teoria complottista di QAnon.

La contea ad avere avuto il minor calo dell’affluenza è stata quella di Randolph nella zona a sud-ovest: si tratta di una contea dove i neri sono il 60% e dove Warnock ha fatto meglio di Ossoff. 

Simili variazioni dell’affluenza possono essere determinanti in una situazione in cui i candidati sono testa a testa: se questi posti avessero avuto un’affluenza più contenuta, probabilmente l’elezione sarebbe finita diversamente.

 

Molto bene i sondaggi

I sondaggi sulla Georgia sono andati molto bene. La media finale del sito FiveThirtyEight prevedeva che Jon Ossoff avrebbe vinto di 1,8 punti e Raphael Warnock di 2,1: si tratta di due dati incredibilmente vicini ai risultati reali.

Negli ultimi giorni un sondaggio aveva previsto un pareggio, due vedevano Perdue e Loeffler avanti e sette prevedevano correttamente la vittoria dei due candidati Democratici. Del resto, già a novembre in Georgia il risultato era stato corretto: Biden era dato avanti di poco più di un punto e poi ha vinto per poco meno dell’1%. I sondaggi, insomma, qui sono sembrati sensibilmente più immuni dagli errori che hanno invece caratterizzato altri Stati meridionali come North Carolina e Florida. 

 

La roccaforte del GOP e la “trifecta”

La Georgia non aveva due senatori Democratici dal 2003, quando ci furono in contemporanea Zell Miller e Max Cleland. Certo, come diversi Stati meridionali la Georgia ha una storia di voto per i Dem (quando questi ultimi erano segregazionisti, fino agli anni ’60) e poi di una progressiva migrazione verso il GOP.

Come in tutti gli Stati di questo tipo, il passaggio verso la destra è iniziato con le elezioni presidenziali e nel tempo ha conquistato tutte le altre cariche statali: nel 1968, dopo le battaglie per i diritti civili del presidente Lyndon Johnson, la Georgia votò per Barry Goldwater, il primo candidato Repubblicano a vincere lo Stato da sempre. Successivamente i georgiani hanno votato per i Democratici solo con Jimmy Carter (la Georgia è il suo home state) e con Bill Clinton (ma c’era la candidatura terza di Ross Perot).

A livello statale in Georgia i Democratici non controllano nessuna carica da circa dieci anni, per cui la vittoria a novembre di Biden e quella di martedì di Ossoff e Warnock rappresenta un importante cambiamento politico. Questa vittoria apre anche le porte alla cosiddetta “trifecta”, cioè a quella situazione in cui lo stesso partito controlla Casa Bianca, Camera e Senato. In quest’ultimo in realtà la situazione è di 50 a 50, ma il voto della vice presidente eletta Kamala Harris potrà intervenire a rompere la parità: una situazione molto simile a quella del 2001 (ma all’epoca c’erano i Repubblicani).

Lorenzo Ruffino

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