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USA 2020: cosa è successo alle contee Obama-Obama-Trump?

USA 2020: cosa è successo alle contee Obama-Obama-Trump?

Nonostante la sconfitta a livello nazionale, Trump ha resistito nelle 206 pivot counties

Nel 2016 sono state 206 le contee che, dopo aver votato in due elezioni consecutive per il presidente Obama, hanno votato per Donald J. Trump. Quattro anni dopo, Trump ha mantenuto il controllo di 181 di quelle contee O-O-T (Obama-Obama-Trump), lasciandone 25 a Biden

Queste contee sono definite negli Stati Uniti anche come pivot counties, per aver appoggiato Trump nel 2016 dopo aver contribuito ad eleggere e riconfermare Barack Obama. Il fatto che Trump sia riuscito a mantenere il controllo della maggior parte di queste contee può indicare in alcuni casi un riallineamento verso il Partito Repubblicano, dopo la parentesi democratica con Obama, anche se l’andamento dell’elezione presidenziale del 2020 in queste contee sembrerebbe confermare un trend inquadrabile anche a livello nazionale: le contee rimaste leali al presidente Trump fanno perlopiù parte di aree rurali del Paese, mentre quelle riconquistate da Biden si collocano generalmente in aree metropolitane. Le 206 contee sono evidenziate nella mappa interattiva sottostante.

A sinistra sono riportati i risultati delle elezioni del 2016, mentre a destra quelli del 2020: si può scorrere tra una mappa e l’altra muovendo il pallino blu con la doppia freccia. Da mobile si consiglia di usare la modalità landscape (cioè di leggere la mappa con il cellulare in orizzontale): per zoomare e spostarsi sulla mappa, basta tenere premuto con due dita.

Esempio lampante di questa tendenza è l’Iowa, lo stato che presenta il maggior numero di contee pivot: tutte e 33 le contee un tempo saldamente in mano ai Democratici e che avevano votato per due volte per Obama, quest’anno si sono ritrovate a votare per la seconda volta Trump, marcando una crescita dei consensi da parte della classe bianca lavoratrice di quelle aree del Paese. Un discorso analogo vale per le 23 contee OOT del Wisconsin. In 17 di queste Trump ha accresciuto le proprie percentuali rispetto al 2016 e Biden è riuscito a riconquistarne soltanto 2: nella contea di Sauk Trump sconfisse Clinton per soli 100 voti nel 2016 (un margine dello 0,35%), mentre Biden è riuscito invece a prevalere con circa 600 voti di vantaggio (1,69% di margine); la contea di Door, tornando in mano ai Dem per soli 300 voti, può fregiarsi di aver indicato il vincitore dell’elezione presidenziale a livello nazionale sin dal 1996.

Delle 3 contee “swing” della Pennsylvania, invece, Biden ha prevalso nelle contee di Erie e Northampton, lasciando a Trump la contea di Luzerne. Lo strappo da parte di Biden si è concretizzato, come nel resto dello stato, riuscendo ad allargare la base di elettori democratici tra le minoranze dei suburbs e gli elettori della classe media scontenti del Presidente. 

In generale, comunque, resta importante analizzare un dato che contraddistingue questa categoria di contee. Rispetto al 2016, il risultato di Trump nelle contee pivot è peggiorato in 66 contee, mentre è migliorato in 115. Per Biden, invece, il risultato ottenuto quest’anno è peggiore in 22 contee e migliore in 3, rispetto all’ultimo anno in cui queste contee votarono Dem (il 2012). Questi dati ci portano anche a sottolineare come la vittoria di Biden nelle 25 contee riconquistate sia avvenuta con margini molto ridotti (soltanto in 6 contee Biden ha vinto con più del 5% di vantaggio su Trump), mentre Trump è riuscito a consolidare quanto ottenuto nel 2016, con margini di vittoria che in 7 contee superano i 30 punti percentuali, fino a toccare il 51,2% di vantaggio su Biden nella contea di Elliott, in Kentucky. 

La sopracitata contea di Elliott rimase folgorata dalla campagna presidenziale di Trump già quattro anni fa: dopo aver concesso un margine di vantaggio di 25 punti a Obama nel 2008 e soltanto 2 punti e mezzo nel 2012, Trump ottenne un margine del 44,1% nel 2016, per arrivare ai 10 punti percentuali in più di quest’anno. Se nella maggior parte di queste contee Obama-Obama-Trump il passaggio da Democratici a Repubblicani è stato segnato da un calo dei consensi per l’ex-Presidente nel 2012, con percentuali che hanno segnato spaccature all’interno delle stesse contee nel 2016, non mancano i casi eccezionali. I 10 mila abitanti della contea di Howard, in Iowa, hanno ad esempio seguito un percorso più peculiare: dal 2008 al 2012 il margine di vittoria di Obama ad Howard passò da 25,8 a 21 punti, mentre Trump ha accresciuto il suo margine, nell’arco di quattro anni, da 20 a 27 punti di vantaggio sui candidati Dem. 

Non è chiaro se nei prossimi anni i Democratici riusciranno a incrementare il loro appeal tra le contee che hanno votato Obama prima e Trump poi. Da un lato, un elevato livello di gradimento di Biden nei suoi quattro anni alla presidenza potrebbe far tornare tra le fila dei Dem alcune contee che quest’anno hanno continuato a sostenere Trump, assegnandogli però un margine di vantaggio ristretto. Dall’altro lato, molto dipenderà dall’aumento della polarizzazione tra aree urbane e rurali, una tendenza che difficilmente lascerà molto spazio all’azione politica nel prossimo futuro. 

 

Fonti dei dati utilizzati nelle mappe: Ballotpedia per gli anni 2008-2016, New York Times per il 2020.

Daniele Baldo

Studente laureando in Scienze del Governo all'Università di Torino. Si occupa di Stati Uniti su Instagram con la pagina @intheusa.it e vive di politica, non solo americana.

Giacomo Migliore

Diplomato come perito informatico, laureato in lingue moderne e laureando in International business. Sul dopo, ci penserà domani. Ha una passione per le lingue e per l'attualità in senso lato. Ha da poco terminato un tirocinio presso la Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite (ECE).

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