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Il successo della Lega, i media e le crisi migratorie

Il successo della Lega, i media e le crisi migratorie

Esiste una relazione tra i flussi migratori, l’attenzione dedicata al tema dai media e la crescita del Carroccio nei consensi?

(Articolo a cura di Francesco Bailo, lecturer presso la University of Technology Sydney)

La crescita della Lega di Matteo Salvini è certamente tra le dinamiche più significative della politica italiana del 2018. Alla vigilia delle elezioni politiche del 4 marzo 2018, la Lega di Salvini era intorno al 13%. Alla fine dello stesso anno, però, il Carroccio era già al di sopra del 30%. Una crescita di quasi 20 punti percentuali in soli 12 mesi.

La crescita della Lega (media mobile dei sondaggi a 30 giorni)

L’elevata volatilità elettorale, ossia il gran numero di elettori che votano partiti diversi da un’elezione all’altra, non è una novità nella politica italiana. Dalla fine della cosiddetta Prima Repubblica, il sistema politico italiano è stato rivoluzionato dall’ingresso di due partiti che – a meno di 20 anni di distanza tra loro – hanno saputo conquistare i voti di oltre un italiano su cinque: nel 1994 Forza Italia, creata solo pochi mesi prima da Silvio Berlusconi, vince le elezioni con il 21% dei voti; nel 2013 il Movimento 5 Stelle, un partito che non esisteva fino al 2009, ottiene il 25% dei consensi e demolisce il bipolarismo (e per qualcuno anche la Seconda Repubblica).

La Lega di oggi non è un partito nuovo. Al contrario, è il partito più longevo tra quelli presenti nel Parlamento attuale, essendoci entrato per la prima volta nel 1992 sotto la guida di Umberto Bossi. Ma la Lega che ha ottenuto più del 34% alle elezioni europee del 2019 è un partito totalmente diverso dalla Lega Nord che con Bossi otteneva tra il 4 e il 10% dei consensi a livello nazionale concentrando i voti in un manipolo di regioni settentrionali.

Voto alla Lega: differenze tra la percentuale media ottenuta nel 2013 in Lombardia e Veneto (12,1%) e le percentuali ottenute in tutti i comuni nel 2013, nel 2018 e nel 2019

Queste tre mappe a confronto ci dicono che 2019, nonostante abbia chiaramente mantenuto una forte trazione settentrionale, la Lega ha preso in media più voti in tutte le regioni meridionali di quanti non ne abbia ottenuti nel 2013 in Veneto e Lombardia.

Se esaminiamo più attentamente la crescita leghista nel 2018 e nel 2019 possiamo identificare tre fasi. Una prima fase di forte crescita avviene tra le elezioni e la nascita del governo insieme al Movimento 5 Stelle, cioè tra il 4 marzo e il 1° giugno 2018: in questa fase la Lega guadagna 10 punti percentuali, passando dal 14% al 24% in tre mesi. Una seconda fase di crescita segue il varo del Conte I, coincidendo con l’estate 2018: nei primi tre mesi di governo il Carroccio cresce infatti di altri 7-8 punti. In una terza e più lunga fase, collocabile tra giugno 2018 e maggio 2019, la Lega cresce in maniera lieve ma costante, fino a sfondare il muro del 35% nei mesi immediatamente successivi al voto europeo del 26 maggio 2019. Con la caduta del Conte I, però, il partito di Salvini sembra essersi riassestato sui livelli precedenti alle elezioni europee.

Le fasi della crescita della Lega nel 2018-2019

La crescita della Lega è chiaramente dovuta a una molteplicità di fattori. Tuttavia, vista l’importanza del tema migratorio nella comunicazione politica di Salvini e nella sua azione di governo, è legittimo domandarsi in quale misura la crescita della Lega sia legata agli sbarchi (o ai tentativi di sbarco) delle navi cariche di migranti sulle coste italiane.

La prima domanda da porsi è la seguente: esiste una qualche relazione tra i flussi in arrivo, l’attenzione dedicata al tema dai media e la crescita leghista? I due grafici seguenti mostrano il numero di articoli sull’immigrazione presenti nei siti internet di 66 testate (nazionali e locali) in rapporto al numero di articoli di politica e il numero di arrivi illegali in Italia. In termini relativi, al periodo di crescita dell’attenzione sul tema che segue la formazione del Conte I non si accompagna un aumento degli arrivi: i giorni con più di 100 arrivi sono stati 17 nei primi 90 giorni del Conte I, mentre nei tre mesi precedenti erano stati quasi il doppio.

Immigrazione: attenzione mediatica e arrivi

Che cosa ha alimentato allora l’attenzione dei media? Non sorprendentemente, le decisioni del Ministro dell’Interno Salvini di “chiudere i porti” alle navi di soccorso con migranti a bordo. Secondo i dati curati da Matteo Villa e dall’ISPI, la prima decisione di vietare l’accesso a un porto italiano avviene già nella seconda settimana di vita del Conte I: nella notte tra sabato 9 e domenica 10 giugno 2018, Salvini impedisce l’attracco alla nave Aquarius con 629 migranti a bordo, e nel pomeriggio di domenica 10 pubblica 4 tweet relativamente alla “crisi”, tra cui quello che lancerà l’hashtag #chiudiamoiporti.

Nell’immagine seguente l’attenzione dedicata all’immigrazione dai media è incrociata con il susseguirsi delle crisi dei porti chiusi. La crisi dell’Aquarius del giugno 2018 è molto presente sui media, ma non è il momento di massima attenzione sulle tematiche migratorie. Il picco di attenzione viene raggiunto invece nella seconda metà di agosto con la seconda crisi che coinvolgerà l’Aquarius, a cui seguirà immediatamente la nota vicenda della Diciotti. Dopo quest’ultima, per la quale Salvini sarà indagato (e poi salvato da un voto del Senato, che negherà l’autorizzazione a procedere), saranno le due crisi della Sea-Watch 3 a gennaio e luglio 2019 ad attirare una significativa attenzione mediatica. Riassumendo: non tutte le crisi hanno generato attenzione mediatica, ma tutti i bruschi aumenti di attenzione mediatica corrispondono ad una crisi.

Attenzione mediatica e crisi in mare

Delle tre fasi di crescita leghista nei sondaggi (ossia marzo-giugno 2018, giugno-settembre 2018 e settembre 2018-maggio 2019) sole le ultime due potrebbero essere state sostenute dall’attenzione mediatica dedicata all’immigrazione. Nel periodo immediatamente successivo alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, infatti, l’immigrazione non sembra occupare un posto così rilevante nel dibattito veicolato dalla stampa (giornali, radio, TV e web) nonostante Salvini sia comunque al centro dell’attenzione mediatica, come si evince dai grafici seguenti.

Crisi dei #portichiusi e attenzione mediatica

Il periodo giugno-settembre 2018 è l’unico in cui la crescita di attenzione verso Salvini e verso il tema migratorio risulta fortemente correlata con la crescita di 7-8 punti della Lega. Se l’immigrazione ha giocato un ruolo nella crescita della Lega nel 2018, dunque, è realistico pensare che ciò sia avvenuto tra giugno e settembre dello scorso anno.

L’attività su Twitter di Salvini sembra confermare una strategia tesa a capitalizzare l’attenzione mediatica generata dalle crisi ma anche a tenere alta l’attenzione sul tema: la variazione temporale nel numero di tweet dedicati all’immigrazione si muove infatti in parallelo con l’attenzione riservata allo stesso tema da parte dei media. Questo, però, non deve sorprendere: Salvini ha la chiave sia del suo account Twitter che dei lucchetti che aprono o chiudono i porti. Se i media reagiscono alle crisi, i tweet di Salvini cercano di sfruttarle il più possibile: dei 12.608 tweet pubblicati da Salvini tra gennaio 2018 e ottobre 2019, il 13% trattano di immigrazione, mentre delle 25 crisi in mare occorse tra giugno 2018 e agosto 2019 Salvini ne menziona 10, con almeno un tweet il giorno stesso in cui esse deflagrano. I risultati preliminari di un’analisi multivariata indicano che sono stati i tweet di Salvini, e non le crisi in mare, ad aver accresciuto l’attenzione mediatica sul tema dell’immigrazione.

Tweet di Salvini dedicati all’immigrazione e attenzione mediatica

In conclusione, l’immigrazione ha molto probabilmente giocato un ruolo effettivo, anche se limitato (temporalmente e quantitativamente) nella crescita della Lega, dimostrando di essere un tema importante sia per consolidare la base leghista che per espanderla.

Ci sono quindi pochi dubbi sul fatto che Salvini abbia in tutti i modi cercato di sfruttare la sua posizione di Ministro dell’Interno per mantenere alta l’attenzione mediatica sul tema. Lo confermerebbe l’attenzione riservata all’immigrazione attraverso il suo stesso account Twitter. Ma l’interazione tra media ed attori politici è complicata perché fatta di azioni e reazioni: Salvini non controlla l’attenzione mediatica, anche se, come tutti, cerca di sfruttarla e influenzarla con i mezzi di cui dispone.

Redazione

La redazione di YouTrend

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