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Come si informano i parlamentari? La ricerca Quorum/YouTrend per Cattaneo Zanetto & Co.

Abbiamo riaggregato i dati sulla “dieta mediatica” dei parlamentari sulla base dei nuovi equilibri in Parlamento, e questi sono i risultati.

Nel luglio di un anno fa Quorum/YouTrend aveva sviluppato – insieme a Cattaneo Zanetto & CoInformazione e social media secondo i policymaker, la prima analisi svolta in Italia su un campione rappresentativo di parlamentari (94 deputati e senatori di tutti i gruppi politici) per misurare e analizzare i mezzi d’informazione utilizzati dai parlamentari.

Si trattava del “numero zero” dell’innovativa metodologia Panel Decisori, pensata per permettere ad aziende e organizzazioni di indagare orientamenti, percezioni e posizionamenti dei rappresentanti politici su temi di interesse.

Oggi, all’esordio del governo giallorosso e con un quadro politico radicalmente mutato, abbiamo pensato di rimettere mano ai risultati di quella ricerca, aggregando da una parte le risposte dei parlamentari appartenenti all’attuale maggioranza parlamentare (PD, Movimento 5 Stelle, LeU) e dall’altra quelle della “nuova” opposizione di centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia).

I risultati così rielaborati, che rispecchiano gli attuali assetti in Parlamento, disegnano innanzitutto una nuova “mappa” di fonti di informazione e canali social più utilizzati da deputati e senatori, e dunque più influenti tra le file di maggioranza e opposizione.

 

Tra le tv SkyTg24 è al primo posto

Partendo dalle testate televisive, Sky TG24 era al primo posto (ben l’86% dei parlamentari intervistati dichiarava di averla guardata almeno una volta nell’ultima settimana), seguita dai telegiornali Rai (79%) e dal TG La7 (77%). La novità interessante è che era proprio il telegiornale di Enrico Mentana quello più visto dai parlamentari dell’attuale maggioranza giallorossa, mentre deputati e senatori del centrodestra, dietro a Sky e Rai, erano molto più esposti ai telegiornali Mediaset (sia Tg4, Tg5 e Studio Aperto sia TGCOM24, entrambi sopra l’80%).

 

Quotidiani cartacei: a ognuno la sua rassegna stampa

La mappa dell’informazione cartacea registrava come modalità di consultazione principale le rassegne stampa. Ma andando nello specifico delle testate, ai vertici tra i quotidiani in assoluto più consultati dai parlamentari trovavamo il Corriere della Sera al 45%, il Fatto Quotidiano al 40% e il Sole 24 Ore al 39%.

Il giornale più letto nell’attuale maggioranza PD-M5S? Non Repubblica, ma – a conferma della preponderanza della componente “gialla” su quella “rossa” nei numeri in Parlamento – proprio il Fatto, al 41%, seguito dal Sole 24 Ore (37%) e dal Corriere della Sera (36%). Nel centrodestra, oltre al Corriere, risultavano d’altra parte ai primi posti due quotidiani tradizionalmente vicini a quell’area politica, il Giornale (50%) e Libero (48%).

 

Web: l’Huffington Post è il portale online più letto

Venendo ai mezzi d’informazione online, notiamo un’altra linea di faglia molto profonda tra maggioranza e opposizione. Nella maggioranza PD-M5S il sito d’informazione più consultato era l’Huffington Post (il 77% dichiarava di averlo consultato nell’ultima settimana), seguito dal sito del Fatto (72%) e poi corriere.it, ansa.it, repubblica.it e ilsole24ore.com. Questo risultato cela in realtà grandi differenze tra gli intervistati del M5S, che premiavano Huffington e Fatto, e quelli del PD, che indicavano soprattutto i siti dei «grandi», Repubblica e Corriere. All’estremo opposto, la rielaborazione odierna dei dati ci dice che l’HuffPost si collocava solo al 40% tra deputati e senatori di Lega, FI e FdI, che indicavano invece di preferire fonti più generaliste quali corriere.it, ansa.it, repubblica.it e lastampa.it.

 

Le testate più affidabili? Ansa, Sole 24 Ore e Agi

Ma quali erano i media ritenuti più affidabili dai parlamentari, secondo i nuovi assetti di maggioranza e opposizione in Parlamento?

Per quanto riguarda le testate italiane, sia tra i giallorossi sia nell’opposizione il primato va all’agenzia ANSA (con un punteggio medio rispettivamente di 8,0 e 8,2 su 10), seguita dal Sole 24 Ore (7,4 e 7,2) e dall’altra grande agenzia di stampa nazionale, l’Agi (7,2 e 7,1).

Avevamo già osservato un anno fa che l’ecosistema informativo, e la natura del rapporto tra sistema mediatico e sistema politico, appariva in grande evoluzione. Ma qual era la percezione in Parlamento sul tema della disinformazione e delle fake news, e quali cambiamenti si possono osservare analizzando i punti di vista degli attuali schieramenti di maggioranza e opposizione?

Abbiamo scelto di porre al campione di policymaker considerato alcune domande modellate da questionari somministrati a campioni di popolazione generale nel Digital News Report del Reuters Institute for the Study of Journalism della Università di Oxford, ma anche altre ispirate alle domande presenti nelle pubblicazioni periodiche del Censis sulla dieta mediatica e informativa degli italiani.

Proprio questa parte della ricerca, che un anno fa evidenziava un’enorme demarcazione tra il polo “mainstream” rappresentato dagli eletti PD e FI e quello “outsider” gialloverde, ci consegna oggi forse i risultati più eloquenti. Le posizioni sulla regolamentazione dell’informazione su Internet, le responsabilità di editori e giornalisti, la diffusione delle fake news appaiono oggi molto sfumate tra maggioranza e opposizione.

La spiegazione è che oggi “mainstream” e “outsider” sono mescolati e alleati, nella maggioranza (PD con i 5 Stelle) come nell’opposizione (Lega e FdI con FI). Un anno fa la ricerca mostrava che secondo il 96% degli intervistati del PD e il 98% di Forza Italia le false notizie favoriscono le tendenze populiste, contro appena il 4% tra i rappresentanti di 5 Stelle e Lega. Riaggregando i dati sulla base dei nuovi assetti parlamentari, questo cleavage scompare: si dicono d’accordo con l’affermazione il 34% dei parlamentari di maggioranza e il 43% di quelli d’opposizione.

La (ri)lettura di questi dati, rilevati a luglio 2018 presso un campione rappresentativo di parlamentari di tutti gli schieramenti e oggi rielaborati aggregando le risposte della nuova maggioranza PD-M5S e della nuova opposizione di centrodestra, ci mostra con chiarezza che anche nel rapporto con i mezzi d’informazione in questa nuova stagione della XVIII legislatura del Parlamento italiano vivono contraddizioni, mutano i punti di riferimento, alcuni media perdono centralità e altri la riacquistano, sullo scacchiere di alleanze e intese, coalizioni e schieramenti più o meno pro-tempore, maggioranze e opposizioni. La transizione politica è insomma pienamente in atto, insieme a quella del sistema dell’informazione.

(Articolo apparso originariamente su ilSole24Ore.com)

Lorenzo Pregliasco

Nato nel 1987 a Torino. Si è laureato con una tesi su Obama, è stato tra i fondatori di Termometro Politico, collabora con «l'Espresso» e ha scritto su «Politico», «Aspenia», «La Stampa».
È regolarmente ospite di Sky TG24, Rai News, La7 e interviene frequentemente su media internazionali come Reuters, BBC, Financial Times, Wall Street Journal, Euronews, Bloomberg.
Insegna all'Università di Bologna, alla 24Ore Business School e alla Scuola Holden.
Ha scritto Il crollo. Dizionario semiserio delle 101 parole che hanno fatto e disfatto la Seconda Repubblica (Editori Riuniti, 2013), Una nuova Italia. Dalla comunicazione ai risultati, un'analisi delle elezioni del 4 marzo (Castelvecchi, 2018) e Fenomeno Salvini. Chi è, come comunica, perché lo votano (Castelvecchi, 2019).
È direttore di YouTrend.

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