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Perché ha vinto Mahmood

Perché ha vinto Mahmood

I risultati del Festival di Sanremo 2019 analizzati fra televoto, giuria demoscopica, sala stampa e giuria d’onore

Il day after di Sanremo 2019 è caratterizzato da polemiche che sembrano più politiche che musicali.

Parte del dibattito riguarda il meccanismo di voto, che ha visto prevalere nettamente Ultimo nel televoto mentre Mahmood è poi risultato vincitore nella classifica aggregata.

Sembra essere, quindi, a tutti gli effetti una discussione incentrata sul sistema elettorale.
Come si vota a Sanremo ve lo abbiamo dettagliatamente illustrato qui.
Ci è utile solo ricordare che la classifica finale è calcolata sul voto complessivo delle cinque giornate accorpato di volta in volta e che il corpo elettorale è stato così composto:

  • Prime tre serate: Televoto, Giuria della sala stampa, Giuria demoscopica;
  • Quarta e quinta serata: Televoto, Giuria della sala stampa, Giuria d’Onore.

Cerchiamo ora di capire come si sia arrivati alla tanto contestata vittoria di Mahmood e del suo Soldi.
Precisiamo sin da subito che, a differenza di quanto accaduto ad esempio nel 2017, i risultati dettagliati per serata sono disponibili solo per quanto riguarda i dati del televoto, mentre per quanto concerne le preferenze delle varie Giurie è disponibile solo la graduatoria, senza i dati percentuali.

I dati dettagliati relativi a Sanremo 2017, quando le votazioni erano gestite dalla società Ipsos

Stando ai dati diffusi dalla Rai, nelle prime quattro serate Ultimo e Il Volo si sono contesi i primi due posti nella classifica generale. Che siano stati due dei tre finalisti, di conseguenza, è perfettamente coerente con i risultati del voto di tutti i giorni di gara.
Ben più contesa è stata la lotta per il terzo posto, valido per l’accesso al ballottaggio finale.
La prima sera nella classifica generale risultava terzo Simone Cristicchi con il brano “Abbi cura di me” (sesto nel televoto), il quale ha confermato un buon risultato anche nella terza serata, classificandosi secondo nel parziale (quarto nel televoto) e, soprattutto, nella quarta. In questo primo giorno di gara Mahmood è piuttosto indietro, ottavo nella classifica generale ma lontanissimo in quella del televoto (ventunesimo) e di quella demoscopica (diciannovesima).


Mercoledì e giovedì gli artisti sono stati divisi nelle due serate, con 12 cantanti per serata. Qui, giovedì, Mahmood si è classificato molto indietro nel voto ‘popolare’ (7° nel televoto e 8° nella demoscopica sui 12 cantanti), ma è stato premiato dal voto dei giornalisti, fra i quali era al secondo posto.

Andiamo però a venerdì sera, quando inizia a muoversi qualcosa.

Il Volo è al primo posto e Ultimo al secondo, tanto nel televoto quanto in quello complessivo. Terzo nella classifica generale risultava essere sempre Cristicchi, tallonato da Loredana Bertè e dal futuro vincitore Mahmood.
Qui iniziano ad emergere macroscopiche differenze tra i vari corpi elettorali.
Se la posizione nel televoto di Cristicchi e Loredana Bertè era comunque molto buona (quarto e sesto posto), Mahmood risulta addirittura dodicesimo nelle preferenze ‘popolari’.

A tal proposito, è utile ricordare che non necessariamente il televoto è sovrapponibile a un voto popolare, che è invece meglio rappresentato dalla giuria demoscopica, come avevamo spiegato qui.

Ma torniamo a venerdì. A far avvicinare Mahmood al podio è stato nuovamente il voto della Giuria della Sala Stampa e anche della neoinsediata Giuria d’Onore (composta da personalità variamente appartenenti al mondo dello spettacolo), che pesano rispettivamente per il 30% e per il 20% nel risultato complessivo.

In modo particolare quest’ultima, composta fra gli altri da Beppe Severgnini, Serena Dandini e Joe Bastianich, oltre che dal maestro Mauro Pagani, ha posto Mahmood in cima alle proprie preferenze sia nella quarta che nella quinta serata, risultando determinante tanto nel consentirgli l’ingresso in finale quanto, soprattutto, per consegnargli la vittoria.
Nella prima parte della serata di sabato, quando tutti i ventiquattro artisti si sono nuovamente esibiti, la classifica finale (sulla quale, lo ricordiamo, pesava anche lo “storico” delle quattro serate precedenti), ha visto Mahmood prevalere su Bertè e Cristicchi, staccati rispettivamente dell’1,4% e 3,5%. Peraltro, nella classifica della singola serata di sabato Mahmood è addirittura in prima posizione, pur risultando sempre indietro nel televoto, al settimo posto per la precisione.

Arriviamo, quindi, alla ‘finalissima a tre’ che ha caratterizzato la tarda serata di ieri.
Il confronto tra Ultimo, Il Volo e Mahmood non è partito da zero, in quanto, come già illustrato nel precedente articolo, il peso dei tre corpi elettorali rimane sempre lo stesso: 50% al Televoto, 30% alla Sala Stampa e 20% alla Giuria d’Onore. Ciascun giornalista della Giuria della Sala Stampa ha espresso una preferenza singola, da attribuire a un solo Artista. Anche ciascun giurato d’Onore aveva a disposizione una preferenza singola, da attribuire a un singolo Artista. Al termine delle votazioni, la percentuale di voto ottenuta in quest’ultima tornata elettorale è stata sommata al voto consolidato ottenuto nelle votazioni precedenti, ripercentualizzato sui tre finalisti. Il calcolo ha determinato una nuova classifica dei tre Artisti. Qui si è applicato il criterio first past the post (o winner takes all). Il primo è risultato vincitore.


In questa fase finale il differenziale tra televoto popolare e il voto delle giurie è diventato piuttosto significativo.
Secondo i dati diffusi dalla Rai, Mahmood è arrivato di gran lunga ultimo tra chi votava da casa conquistando il 21%, a fronte del 48,8% di Ultimo e del 30,3% de Il Volo.
Rispetto a questi dati, va però segnalata una discrepanza con i risultati mostrati in sovraimpressione ieri sera durante la diretta su Rai1, che indicavano Mahmood nel televoto al 14,1%, Il Volo al 39,4 e Ultimo al 46,5.

A ribaltare completamente l’esito del televoto, in ogni caso, è stato il voto delle due Giurie, che hanno entrambe posto Mahmood al primo posto.

Considerato il 47,15% di Mahmood nel punteggio di serata (che quindi non teneva ancora conto del ‘consolidato’ delle serate precedenti), si può facilmente ricavare che, nella finalissima, Mahmood partendo dal 21% dal televoto ha ottenuto più del 73% delle preferenze nelle due giurie di qualità (sala stampa e giuria d’onore).

Si tratta di un dato ancora più elevato di quello immaginato in un primo momento, sulla base dei primi dati diffusi.

Il risultato della finalissima di sabato ha insomma consentito a Mahmood, coerentemente con il regolamento del Festival, di raggiungere il 38,92% nella classifica generale e di vincere la 69esima edizione della rassegna di Sanremo. Ultimo, insomma, ha prevalso largamente nel voto popolare ma non è stato apprezzato abbastanza dal voto delle giurie, che visto il sistema elettorale sanremese di quest’anno avevano un ruolo importante, come in molte altre edizioni.

D’altra parte, fatte le dovute proporzioni, che prevalere nel voto ‘popolare’ a volte potesse non essere sufficiente per vincere era già chiaro a tutti dopo le presidenziali USA del 2016 (ai più attenti anche già da quelle del 2000). In alcuni sistemi elettorali, i Grandi elettori possono ribaltare il risultato.

Francesco Magni

Nato a Roma nel 1988, dopo la laurea in giurisprudenza ha esercitato per tre anni la professione di avvocato. Oggi è funzionario del Ministero dell'Interno. Mantiene vivi la passione e l'interesse per le questioni politiche ed elettorali che cerca sempre di analizzare, ove possibile, alla luce della sua formazione giuridica.

Lorenzo Pregliasco

Nato nel 1987 a Torino. Si è laureato con una tesi su Obama, è stato tra i fondatori di Termometro Politico, collabora con «l'Espresso» e ha scritto su «Politico», «Aspenia», «La Stampa».
È regolarmente ospite di Sky TG24, Rai News, La7 e interviene frequentemente su media internazionali come Reuters, BBC, Financial Times, Wall Street Journal, Euronews, Bloomberg.
Insegna all'Università di Bologna, alla 24Ore Business School e alla Scuola Holden.
Ha scritto Il crollo. Dizionario semiserio delle 101 parole che hanno fatto e disfatto la Seconda Repubblica (Editori Riuniti, 2013), Una nuova Italia. Dalla comunicazione ai risultati, un'analisi delle elezioni del 4 marzo (Castelvecchi, 2018) e Fenomeno Salvini. Chi è, come comunica, perché lo votano (Castelvecchi, 2019).
È direttore di YouTrend.

2 commenti

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  • il sistema delle elezioni presidenziali usa c’azzecca come i cavoli a merenda. è fatto per dare un peso agli elettori di tutti gli stati, anche quelli poco rilevanti demograficamente

  • E daje, i grandi elettori vengono comunque scelti con metodo democratico, danno un peso differente al voto di certi elettori, ma sono comunque l’espressione, tramite maggioritario secco, di un voto popolare. Io non credo nessuno abbia votato per avere la Dandini e Severgnini come grandi elettori. Perché non smettere di metterci le pezze sopra e dite apertamente che le elite radical chic si sono prese la loro vendetta sul popolo, zozzo e ignorante? Arditti su Formiche almeno ha avuto il coraggio di farlo.