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Midterm, c’è correlazione tra il voto e le sparatorie?

Midterm, c’è correlazione tra il voto e le sparatorie?

Uno degli eventi che ha avuto maggiore risalto nei giorni precedenti alle elezioni di midterm negli Stati Uniti è stato la sparatoria nella sinagoga di Pittsburgh, dove lo scorso 27 ottobre un uomo di 46 anni ha ucciso 11 persone con un fucile automatico. Ieri, due giorni dopo il voto, un’altra sparatoria ha ucciso tredici innocenti in California. Si tratta di avvenimenti piuttosto frequenti negli Stati Uniti e il loro ripetersi anima un infinito dibattito sulla regolamentazione delle armi, tema abbastanza sentito da risultare, secondo la CNN, il più importante tema di indirizzo del voto per l’11% degli elettori delle midterm. Un dato, in realtà, inferiore a quanto ci si potesse aspettare.

Il risultato delle elezioni ha mostrato come i Repubblicani, che storicamente contrastano l’approvazione di leggi più restrittive sull’uso delle armi, ottengano risultati peggiori nelle zone dove ci sono stati recenti sparatorie di massa. Nelle nove contee colpite negli ultimi sei mesi da simili tragedie i Democratici, infatti, non solo sono cresciuti rispetto a due anni fa (fatto non particolarmente sorprendente, visto il risultato positivo a livello nazionale) ma lo hanno fatto più che nelle aree circostanti.

Ad esempio, se prendiamo in considerazione le elezioni per il Senato in Pennsylvania, vediamo come abbiano guadagnato 14,3 punti sui repubblicani. Se però ci concentriamo sulla sola contea di Allegheny, dove si trova per l’appunto Pittsburgh, la forbice fra i due partiti si è ampliata ancora di più, ovvero del 18,6%. Lo stesso avviene anche nelle altre otto contee, seppur in proporzioni diverse (dove non era possibile utilizzare le elezioni del Senato il paragone è stato fatto fra i risultati delle contee e dei relativi distretti nelle elezioni della Camera).

In Florida i Democratici hanno recuperato oltre 7 punti rispetto alle elezioni per il Senato di due anni fa, ma nelle contee che sono state teatro di sparatorie hanno ottenuto risultati ancora più notevoli: +18 a Duval, dove a fine agosto un ragazzo di 24 anni ha sparato durante un torneo di videogiochi, e +12,5 a Leon, dove quattro giorni prima del voto un uomo ha ucciso due persone in un centro di yoga.  A maggio nella scuola superiore di Santa Fe, in Texas, un ragazzo di 17 anni aveva sparato uccidendo due docenti e otto studenti: in quella contea, Galveston, i Repubblicani hanno perso 6 punti del loro vantaggio sui Democratici nel voto per la Camera.

Allargando il campo a qualche mese più indietro, si nota come lo stesso sia avvenuto anche dove si sono svolte alcune delle più sanguinose sparatorie della storia degli Stati Uniti, anche se in proporzione minore. Nelle contee dove si trovano Parkland, Florida (17 morti in una scuola) e Las Vegas, Nevada (59 morti e 851 feriti causati da un uomo che sparava sulla folla dal Mandalay Bay Hotel), i Democratici sono cresciuti di qualche decimo di punto in più rispetto ai rispettivi stati.

Sebbene i risultati elettorali non siano attribuibili ad un solo fattore, e tenendo comunque in mente che anche alcuni candidati democratici hanno posizioni sulle armi più conservatrici rispetto al resto del partito, la tendenza appare univoca: il verificarsi di questo tipo di tragedie ha un impatto sull’elettorato, e le comunità colpite tendono a propendere maggiormente per il partito che più si è impegnato per provare a limitare la diffusione e l’uso delle armi negli Stati Uniti.

Francesco Cianfanelli

Collaboro con YouTrend dal 2018 e con Agenzia Quorum dal 2019, occupandomi di strategia, messaggio e social media per soggetti politici e candidati. Nel tempo libero amo la corsa, la bicicletta, i podcast e altre attività da asociali.

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