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Verso le Politiche 2018: il fattore generazionale

Verso le Politiche 2018: il fattore generazionale

A due settimane dal voto perdura la situazione di incertezza sullo scenario post elettorale, poiché fino ad ora sembra che nessun partito o coalizione sia in grado di conquistare la maggioranza assoluta dei seggi. Ed è proprio per questo motivo che da qui al 4 marzo le forze politiche dovranno puntare prima di tutto a massimizzare il risultato presso quelle fasce di elettorato in cui riscuotono maggior successo.

Oramai esistono sostanziali differenze degli orientamenti voto non solo dal punto di vista territoriale, ma anche da quello generazionale. Basta guardare i risultati delle elezioni del 2013 per classi d’età (secondo i dati ITANES) per farci una idea più precisa.

Al variare dell’età sono variate significativamente le performance dei vari partiti. Il Movimento 5 Stelle fece il pieno di voti sia tra i 18-24, sia tra gli under 35: questo aspetto può in parte spiegare la differenza nei risultati tra Camera e Senato (-1,8 punti percentuali). Inoltre si impose quale primo partito anche nella terza e nella quarta classe di età (35-44 anni).

Il Partito Democratico ottenne invece percentuali superiori al 20% solo tra gli elettori compresi tra i 45 e i 54 anni, e superò ampiamente i 30 punti percentuali tra gli over 65. Stesso discorso valse per l’allora PDL, che però riscosse anche un buon risultato nella classe di età 35-44, (comprendente quella generazione che andò al voto per la prima volta nel 1994, anno della discesa in campo di Silvio Berlusconi).

Infine tra gli over 65 si mantenne uno schema tendenzialmente più bipolare, con centrosinistra e centrodestra che insieme ottennero circa il 70% dei consensi, un po’ come avvenuto nel 2008 a livello di elettorato generale. Diametralmente opposta la situazione tra gli under 25: i due poli insieme non ottennero neanche il 40% e furono surclassati dal Movimento 5 Stelle. Cinque anni dopo lo scenario è cambiato considerevolmente per via delle varie esperienze di governo giudicate negativamente da cospicue porzioni dell’elettorato.

Il grafico mostra le intenzioni di voto per ogni classe di età come rilevate da un sondaggio Ipsos lo scorso 27 gennaio. La prima grande differenza risiede nel fatto che il Movimento 5 Stelle non si pone più come motore propulsore solo dei giovani, ma aspira a divenire una formazione rappresentativa di tutte le varie categorie sociali del paese. Il consenso elettorale è maggiormente distribuito tra le varie generazioni. Ora persino tra gli over 65 sarebbe in grado di convogliare su di sé quasi il 20% dei consensi, anche se Forza Italia e il Partito Democratico continuano ad essere due punti di riferimento importantissimi per questa generazione di elettori. La lista Liberi e Uguali gode di un discreto seguito sia tra i giovani sia tra la popolazione sopra i 55 anni. Infine, la coalizione di centrosinistra nel suo complesso riscuote cospicui consensi tra l’elettorato over 65 (quasi il 40%).

Ma l’analisi non può dirsi completa se non si osservano nel dettaglio i consensi delle liste presenti all’interno delle coalizioni di centrodestra e di centrosinistra.

Partendo dalla coalizione guidata da Matteo Renzi, il Partito Democratico supera il 36% dei consensi tra gli over 65 mentre su tutte le altre classi di età si attesta al di sotto del 25%. Ciò è in parte riconducibile alla supremazia del Movimento 5 stelle sulle classi mediane di età. Infine le altre formazioni del centrosinistra tra gli under 34 riscuotono un discreto successo, in particolare la lista più Europa guidata dalla radicale Emma Bonino, la quale si è presentata agli elettori come l’anima maggiormente progressista della coalizione.

I rapporti interni della coalizione del centrodestra sono meno marcati rispetto al centrosinistra. Lega Nord e Forza Italia godono più o meno della stessa ampiezza elettorale ad eccezione che nella fascia over 65. La formula moderata di Silvio Berlusconi non convince appieno i giovani, i quali sono maggiormente propensi a supportare la Lega di Matteo Salvini.

In conclusione, rispetto al 2013 i consensi all’interno delle classi di età sono mutati significativamente (anche se permane, sia pur in misura ridotta, lo schema bipolare che ricorda il 2008 tra gli elettori con età superiore a 65 anni). Il voto dei giovani, a differenza di 5 anni fa è maggiormente distribuito fra i tre blocchi, segno evidente che la competizione partitica è divenuta oramai strutturalmente tripolare. In ogni caso, il sondaggio Quorum/YouTrend sui giovani chiamati per la prima volta al voto, pubblicato proprio oggi, conferma la forza del Movimento 5 Stelle in questa fascia d’età. Mentre il centrodestra, per puntare a vincere, sembra dover puntare ulteriormente sugli elettori che hanno tra i 35 e i 54 anni.

Alessandro Latterini

Laureato alla Cesare Alfieri di Firenze. Appassionato di politica da sempre.

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