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Le elezioni in Grecia: sondaggi e scenari

La Grecia torna al voto domenica 25 gennaio per rinnovare il proprio Parlamento. È un voto anticipato, conseguente al fatto che nel dicembre del 2014 l’assemblea non ha trovato i voti sufficienti all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Le ultime tornate elettorali in Grecia sono state di grande importanza per tutta Europa. Sarà lo stesso anche questa volta: il Paese sta seguendo con FMI, BCE e Unione Europea un piano di rientro dall’esposizione delle finanze pubbliche, per un sostegno pari a 240 miliardi di euro.

Il candidato favorito alla vittoria finale è però, per la prima volta, Alexis Tsipras di Syriza, il partito di sinistra che non riconosce la legittimità dell’accordo con la Troika e auspica un taglio netto del debito pubblico. Diversi osservatori internazionali vedono nelle nuove elezioni in Grecia un punto critico per il futuro dell’euro, nel Paese e nel continente.

SCENARI STRAVOLTI

Il panorama politico greco è completamente cambiato rispetto al periodo che ha preceduto la profonda crisi economica e sociale del Paese. Da un lato nuovi movimenti sono nati o si sono sviluppati (SYRIZA è diventato il primo partito di sinistra, l’estrema destra di Alba Dorata ha raggiunto valori superiori al 10%); dall’altro lato i partiti tradizionali hanno sofferto una profonda crisi di consenso, alterando lo schema bipolare del Paese.

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La vittima principale dei cambiamenti di opinione è stato il Movimento dei Socialisti greci PASOK: al governo nei peggiori mesi della crisi greca, è passato da più del 40% al rischio di scomparsa dal Parlamento. Oggi i sondaggi lo accreditano del 5%: il suo leader storico ed ex primo ministro, George Papandreou, è uscito dal partito per fondare i Socialisti democratici di Kinima. Il nuovo partito è uno dei tanti che nella Grecia di oggi lottano per superare la soglia di sbarramento.

IL SISTEMA ELETTORALE

Il Parlamento Greco si compone di 300 seggi: 250 si assegnano con sistema proporzionale; gli altri 50 rappresentano il premio di maggioranza alla lista più votata. La soglia di sbarramento è al 3%.

I principali partiti che si presentano alle nuove elezioni sono 9. Due (Syriza a sinistra e Nea Dimokratia per il centro-destra) si contendono la vittoria; gli altri sette hanno come obiettivo quello di superare la soglia minima per l’ingresso in Parlamento.

Oltre a Kinima e al PASOK, a sinistra troviamo la Sinistra democratica di DIMAR. Rispetto a costoro, sarà più facile superare la soglia per i comunisti del KKE. Al centro To Potami, il nuovo partito liberal-progressista dell’ex presentatore Stavros Theodorakis, ha sorpreso il mondo politico nazionale entrando tra le principali forze del Paese. A destra troviamo invece i nazionalisti greci di ANEL e infine il movimento di destra estrema Alba Dorata.

LA SITUAZIONE POLITICA E SOCIALE


source: tradingeconomics.com

Per la prima volta dal 2009, a fine 2014 gli indicatori economici hanno segnato una crescita del PIL: allo stato attuale è possibile che il prodotto interno lordo della Grecia nel 2015 sia di segno positivo. I dati sull’occupazione tuttavia non mostrano segnali incoraggianti: il tasso di disoccupazione ha raggiunto il suo massimo nel 2013 con il 28%: oggi si attesta al 26%. Gli occupati sono passati da 4,5 milioni nel 2010 a 3,6 milioni nel 2014: un piccolo Paese come la Grecia ha perso in 4 anni quasi un milione di posti di lavoro. La disoccupazione a lungo termine viaggia sul 20%, mentre quella giovanile è intorno al 50%.

Il primo ministro in carica Samaras, di Nea Dimokratia, vuole rispettare il rientro del rapporto debito/PIL dal 180% attuale al 110% nel 2020. Per il suo avversario Tsipras invece si tratta di “waterboarding fiscale” (un tipo di tortura), proponendo una moratoria del debito privato, un taglio del debito pubblico e assistenza sociale diffusa su temi come salario minimo, assicurazione medica e servizi di base.

I SONDAGGI

Durante tutto l’arco della campagna elettorale Syriza è sempre rimasta in testa nei sondaggi, con un vantaggio sul centro-destra di Samaras di 4-5 punti in media. A meno che Nea Dimokratia non convinca gli indecisi sarà difficile strappare a Tsipras la vittoria. Tra le altre forze in campo, Potami, Alba Dorata e Partito Comunista sono tra i più accreditati. Chi deve evitare la trappola del 3% è Kinima di Papandreou, ma vale anche per i nazionalisti di ANEL e per lo stesso PASOK.

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Dato il premio di maggioranza di 50 seggi, la nuova assemblea si presenterebbe dunque così:

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Tsipras non avrebbe la maggioranza assoluta di 151 seggi, né potrebbe chiederla ai Comunisti che sono contrari a ogni alleanza “dall’alto”. Difficile quindi analizzare al momento il futuro Parlamento, la sua natura e la sua durata.

GLI SCENARI

È tuttavia possibile che si verifichino altri scenari: che Tsipras raggiunga la maggioranza assoluta, ad esempio, o che Samaras stupisca tutti e batta la sinistra. Qui potete trovare la nostra infografica dettagliata sulla probabilità dei diversi scenari post-voto.

Marco Toselli

Nato a Rimini, vive a Roma e lavora per l'agenzia askanews.

Ama scrivere e illustrare graficamente gli argomenti.
È quello in bici in mezzo alla strada, se ti dà fastidio gli dispiace.

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