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Osservatorio del gossip politico: La rivoluzione civile dei rotocalchi

Osservatorio del gossip politico: La rivoluzione civile dei rotocalchi

La rivoluzione parte dal gossip. Se nelle scorse settimane, attraverso il monitoraggio del coverage dei politici all’interno delle principali riviste popolari italiane (Chi, Oggi, Gente, Novella 2000), avevamo documentato una netta supremazia di Silvio Berlusconi rispetto a tutti gli altri candidati Premier, questa settimana c’è una sorpresa: la presenza del leader che non ti aspetti, e cioè l’ex magistrato Antonio Ingroia, candidato a Premier per la coalizione Rivoluzione Civile.

Sul podio settimanale degli attori politici più gossippati della settimana, infatti, Ingroia conquista la prima posizione, e rappresenta l’unico leader che ha goduto di visibilità nelle “nostre” riviste nel periodo oggetto di analisi (dal 21 al 27 gennaio). Gli altri articoli degni di nota non riguardano direttamente i leader, ma altri personaggi che stanno alimentando, con forme e ruoli completamente diversi, l’attuale dibattito intorno alla campagna elettorale. Oltre al servizio su Ingroia, Chi in particolare propone un’intervista multipla ai quattro giornalisti di punta delle più importanti reti televisive italiane: Enrico Mentana per La7, Clemente Mimun per Mediaset, Bruno Vespa per laRai e Sarah Varetto per Sky. Nel servizio ogni giornalista è libero di esprimere delle considerazioni sui candidati premier alle prossime elezioni. Infine, va registrato il ritorno di uno dei temi più trattati dai giornali di gossip fino all’anno scorso, e cioè la bizzarra vita privata delle “olgettine”, con Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli paparazzate da Novella2000.

Andiamo con ordine. Al primo posto troviamo Ingroia, e si tratta di una prima volta. Era l’unico leader che ancora mancava all’appello. Anche Grillo (con le sue vacanze in Costa Smeralda) aveva richiamato l’attenzione delle riviste di costume. Ingroia invece non c’era mai stato (né forse i suoi elettori più convinti chiedevano che ci andasse…). Neanche lui però ha resistito alla tentazione di rilasciare un’intervista a Chi, puntando ad una strategia di popolarizzazione del personaggio. (Ormai anche Ingroia è entrato nel circolo dei politici pop, e l’imitazione di Maurizio Crozza ne è la dimostrazione). Le ragioni? La possibilità di parlare ad un pubblico diverso da quello solito (gli oltre tre milioni di lettori settimanali della rivista di Signorini) e, perché no, la possibilità di poter recuperare qualche voto al Partito Democratico (sarà un caso che sia stato proprio il settimanale del Gruppo Mondadori a dedicargli spazio?). Ingroia parla a tutto campo: della sua famiglia, del suo lavoro e dei suoi obiettivi “elettorali”. E soprattutto le sue parole sono chiare (e forti): “Mai stato comunista, io”. L’immagine che ne esce fuori è molto radical chic: “Mi resi conto di amare il cinema e di voler fare il regista. […] Avrei voluto fare il giocatore di scacchi professionista. Ho vinto diversi tornei, […] gioco spesso a tennis”. Ribadisce la sua vicinanza ad un personaggio simbolo della lotta alla legalità (“Molto legato a Borsellino, abitavamo insieme”) e la sua distanza dal Partito Democratico (“Il Pd è vecchio, vecchio nella proposta e nella struttura, questi sono sistemi da Prima Repubblica”). Insomma, nel servizio non emerge nessuna forma di antiberlusconismo, i nemici in fondo sono gli stessi: “Il nemico numero uno non è Berlusconi, ma è Monti”.

Il secondo gradino del nostro podio è per Mentana, Mimun, Vespa e Varetto. Il riferimento è al servizio di Chi in cui i giornalisti più noti delle principali reti italiane esprimono giudizi sui candidati alla carica di premier. I loro commenti riguardano più la personalità dei leader che i loro programmi politici. E questo non è un caso. Anche i quattro giornalisti confermano una regola delle campagne elettorali nell’era della politica pop: la persona viene prima di ogni programma. I leader trattati sono cinque: Berlusconi, Bersani, Monti, Ingroia, Grillo (assente del tutto Oscar Giannino), e per ciascuno si stilano pregi e difetti “È lineare e ombroso” (Mentana su Bersani), “Autorevolezza e freddezza” (Vespa su Monti) “Influenzato dall’ideologia” (Mimun su Ingroia).

Terza posizione per la pazza vita delle olgettine. Come un fulmine a ciel sereno, due ex papi girl, Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli, tornano a far parlare di sé per una giornata di shopping non proprio discreta ed anonima documentata da Novella 2000, riaprendo il dibattito sul Rubygate e  sullo scandalo del Bunga Bunga. Il servizio ci racconta di “una specie di burlesque con addosso provocanti completini intimi ad alto tasso erotico”. Il tutto documentato da foto osè grandi una pagina intera. Un articolo non voluto (almeno da Berlusconi), che documenta un vero e proprio “spettacolo hot” (parole di Novella 2000). Insomma, Berlusconi non c’è ma è come se ci fosse. Da un lato, il ritorno di Guerra e Sorcinelli rischia di creargli qualche grattacapo (adesso è anche ufficialmente fidanzato…). Dall’altro, però, il servizio su Ingroia pubblicato dalla “sua” rivista può aver tolto qualche consenso al PD. E lui questo lo sa bene.

Studio condotto dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Istituzioni e Società dell’ Università degli Studi di Perugia, coordinato dal Prof. Marco Mazzoni e composto da Antonio Ciaglia, Roberto Mincigrucci

Roberto Mincigrucci

Nasce il 22/09/1988 ad Assisi, vive a Torgiano (PG). Consegue nel 2010 la laurea triennale in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Perugia. Attualmente frequenta un corso di laurea magistrale in Scienze della Politica e del Governo all'Università degli Studi di Perugia. Collabora con il Corriere dell'Umbria e con Youtrend.

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