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Sondaggio Ispo 27 novembre

Autore: ISPO

Committente: RaiUno, Porta a Porta

Data realizzazione: 22-24/11/2012

Metodologia: CATI, 1012 casi

DATI:

Partito Democratico 29,7% (-0,5)

Italia dei Valori 4,3% (+0,2)

Sinistra Ecologia Libertà 5,5% (-0,4)

Federazione della Sinistra 2,0% (nv)

Altri Csx (Radicali) 1,0% (-1,5)

TOTALE CENTROSINISTRA 42,5% (-2,2)

Unione di centro 5,2% (-0,7)

Futuro e Libertà 1,2% (-1,3)

Italia Futura 2,0 (+2,0)

TOTALE TERZO POLO 8,4% (nv)

Popolo della Libertà 16,1% (nv)

Lega Nord 6,0% (-0,5)

La Destra 2,0% (nv)

TOTALE CENTRODESTRA 24,1% (-0,5)

Movimento 5 Stelle 18,3% (-0,6)

Altri 6,6% (+3,2)

Astenuti/indecisi 43,9%

(tra parentesi le variazioni rispetto alla precedente rilevazione)

Salvatore Borghese

Laureato in Scienze di Governo e della comunicazione pubblica alla LUISS, diplomato alla London Summer School of Journalism e collaboratore di varie testate, tra cui «il Mattino» di Napoli e «il Fatto Quotidiano».
Cofondatore e caporedattore (fino al 2018) di YouTrend. È stato tra i soci fondatori della società di ricerca e consulenza Quorum e ha collaborato con il Centro Italiano di Studi Elettorali (CISE).
Nel tempo libero (quando ce l'ha) pratica arti marziali e corre sui go-kart. Un giorno imparerà anche a cucinare come si deve.

4 commenti

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  • Non voglio essere polemico ma mi pare che questo sondaggio abbia alcune pecche:
    a) il Partito radicale non può essere considerato sinonimo di altri csx, infatti il centro sinistra comprende anche Socialisti e Verdi.
    2) la voce Altri è troppo generica. Il valore 6,6% non è irrilevante pertanto sarebbe opportuno specificare cosa contiene.
    b) infine la somma delle percentuali non risulta pari a 100 ma 99,9

    • Nessuna polemica, sono osservazioni più che legittime. Andando con ordine:
      1) I Radicali si sono candidati con il centrosinistra alle ultime due elezioni politiche, nonché alle regionali di due anni fa e alle amministrative in molte realtà nei due anni successivi. La loro posizione in futuro non è chiara al 100%, e probabilmente non saranno alleati con la coalizione “Italia Bene Comune”, ma per la loro storia recente appartengono senz’altro all’area di centrosinistra. Del resto anche la Federazione della Sinistra (o la sola Rifondazione, visto che il Pdci ha appoggiato Vendola alle primarie?) va considerata fuori dall’alleanza elettorale imperniata sul PD, ma anche in questo caso è indubbia l’appartenenza all’area di centrosinistra.
      2) Il dato di cui alla voce “Altri” – così come tutti gli altri dati – è ripreso fedelmente dal dato fornito dall’istituto (in questo caso l’Ispo), come si può verificare sul sito ufficiale http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/ (sondaggio ISPO pubblicato il 30/11/2012). Non siamo responsabili del fatto che Ispo non dia maggiori dettagli sulla composizione della voce “Altri”.
      3) Succede spesso, è dovuto al fatto di dover approssimare al primo decimale dopo la virgola: anche qui si tratta di un errore (?) dell’istituto nel fornire i dati, ma non si tratta di una pecca tale da compromettere la validità del sondaggio (stiamo parlando di un istituto di ricerca piuttosto prestigioso).

  • Concordo con lei che non sia scontato in quale area inserire certe liste, ad esempio la Federazione delle Sinistre, tuttavia penso che un buon sondaggista debba mantenere trasparenza e continuità nel presentare i dati.
    Seguo regolarmente da alcuni anni i sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani e ho notato che il comportamento dei vari sondaggisti, al di là dei numeri differenti, non è per nulla omogeneo.
    Ad esempio EMG ha la caratteristica rendere visibili anche le liste più piccole come API o MPA. Posso ammettere che al di sotto di una certa soglia i valori perdano di attendibilità ma è comunque fondamentale mantenere la griglia invariata per consentire i confronti.
    Viceversa ISPO, Piepoli e altri non riportano valori al di sotto di una certa soglia col risultato di aggregare liste eterogenee in un’unica voce indistinta. Questo può anche diventare un espediente per favorire un certo schieramento.

    PS Trovo il vostro sito molto ben fatto

    • Vero, ciascun istituto fa le sue scelte in tema di modalità di diffusione dei dati. Dipende a quale esigenza si cerca di venire incontro. Premessa necessaria: come giustamente dici, al di sotto di una certa percentuale il dato diventa, per così dire, “irrilevante”. Quando si intervistano circa 1000 soggetti, il margine di errore si aggira sul 3%, e per ridurlo sarebbe necessario aumentare il campione (e i costi del sondaggio) in maniera notevole. È il motivo per cui molti istituti non diffondono dati sui partiti sotto l’1% (Demos addirittura non pubblica quelli sotto il 2%), e si basa su una considerazione di tipo statistico. Un altro modo per segnalare la presenza del margine d’errore (e quindi indurre il lettore a non prendere le percentuali per oro colato) è quello di IPR, che fornisce sempre cifre intere, o al più con 5 decimali dopo la virgola. Per rispondere invece ad esigenze mediatiche (seguendo il criterio della massima “notiziabilità”) altri istituti, come EMG, forniscono non solo i dati di tutti i partiti, compresi quelli sotto l’1%, ma anche le relative variazioni, anche se si tratta di un +/-0,1% (il che non avrebbe senso, da un punto di vista statistico). A metà strada, istituti come Ipsos forniscono sì dei dati completi di decimali, ma senza evidenziare le variazioni settimanali e accorpando i risultati dei partiti sotto l’1%. Sono scelte che rispondono a diverse esigenze, a seconda anche delle richieste del committente che diffonde il sondaggio. Di certo però è poco credibile che accorgimenti che rispondono a criteri di onestà statistica vengano fatti per favorire l’uno o l’altro soggetto – anche perché non si capisce come e perché ciò dovrebbe avvenire.