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Primarie, enigma affluenza. Renzi costringe Bersani al ballottaggio

Primarie, enigma affluenza. Renzi costringe Bersani al ballottaggio

Ieri, dopo un mese e mezzo di campagna elettorale “ufficiale” (ma il guanto della sfida al segretario Bersani il sindaco di Firenze Matteo Renzi l’aveva già lanciato da tempo), finalmente si è giunti al voto per la scelta del candidato della coalizione di Centrosinistra alla Presidenza del Consiglio. Una giornata che ha impegnato duramente una grande macchina organizzativa (principalmente, del Partito Democratico), che con qualche difficoltà sembra avere complessivamente retto l’urto dell’affluenza, nonostante tutti i problemi facilmente intuibili e che puntualmente si sono verificati per via della necessità di registrarsi al seggio come elettori del centrosinistra per poter votare.

Affluenza: dato fondamentale per un giudizio politico completo sulla giornata di ieri, e su cui il Comitato delle Primarie e il Comitato Renzi si stanno dando battaglia, fornendo cifre decisamente differenti. Dai poco più di tre milioni che si possono vedere come “dati ufficiosi” sul sito ufficiale delle primarie a scrutinio quasi completato, agli oltre quattro milioni che invece vengono presentati come acquisiti dal Comitato del sindaco fiorentino. Certo è che nella giornata di ieri le indicazioni parziali fornite dal PD – almeno a livello informale – lasciavano presagire un’affluenza che nella più “cauta” delle ipotesi avrebbe eguagliato il dato – circa tre milioni e mezzo – delle Primarie 2007, vinte da Veltroni. Un risultato che, sommando le difficoltà ed il “filtro” imposto dalle nuove regole e la grande crisi di credibilità che sta vivendo la classe politica in generale, sarebbe stato eccezionale o addirittura – se consideriamo le cifre fornite dal Comitaro Renzi – semplicemente clamoroso. Un vero trionfo del centrosinistra in generale ed a prescindere dal risultato dei singoli candidati.

Risultati: Anche i dati parziali “ufficiosi” diffusi dall’organizzazione costituiscono un dato politico che fa riflettere e smentisce – almeno a sinistra – chi sosteneva che il sentimento di sfiducia aleggiasse anche tra gli elettori di quello che alcuni definiscono con sprezzo misto ad ironia “pdmenoelle”. Questo emerge tanto più analizzando i risultati nel dettaglio:

Prima Proiezione Quorum per Sky
La prima proiezione Quorum per Sky

Considerando i dati ufficiali (che confermano le proiezioni di Quorum, unico istituto ad averle realizzate, per Sky), si può notare come, nonostante una buona affluenza, Bersani abbia comunque conseguito un ottimo risultato, riuscendo a superare quota 40% e staccando il suo principale avversario, col quale si scontrerà nuovamente domenica prossima al ballottaggio, di quasi dieci punti (45%-36%). Matteo Renzi, in compenso (nonostante le dichiarazioni del suo comitato che lo vorrebbero vicino al 40%) proprio grazie ad un’affluenza non troppo elevata, paradossalmente, riesce comunque a raggiungere un buon risultato. Certo, si può obiettare che non sia riuscito a portare alle urne abbastanza persone per sovvertire il risultato. Ma questo, come si noterà a breve, è probabilmente più un merito di Bersani che un demerito di Renzi. Infatti la grande capacità del segretario PD è stata quella di intercettare al sud, oltre al voto del così detto “apparato”, quello dei potenziali elettori vendoliani. È infatti molto interessante notare come in Puglia Bersani prevalga su Nichi Vendola, superandolo anche nettamente in tutte le province tranne Bari e Brindisi (dove vince comunque, ma con un distacco nell’ordine dell’1%). Forse è stato premiato particolarmente l’atteggiamento così “inclusivo” ed improntato alla concretezza del segretario democratico, o forse è stato il problema dell’Ilva ad avere danneggiato il Presidente della Regione Puglia. In conclusione, i due candidati di rappresentanza Laura Puppato e Bruno Tabacci, nonostante le campagne più o meno vivaci comparse sui social network, hanno ottenuto un risultato piuttosto marginale.

Sondaggi: in tempi di presunte “guerre di sondaggi” e accuse di dati presentati “per fare campagna elettorale”, è notevole rilevare come il dato della media dei sondaggi di YouTrend, che davano Bersani al 45%, Renzi al 35% e Vendola al 15%, abbia fondamentalmente previsto il dato finale. Tutto è andato secondo previsioni, insomma, nonostante alla vigilia vi fossero molte perplessità sullo strumento del sondaggio applicato ad un evento come le primarie.

Davide Policastro

Bolognese, classe 1983, ha studiato da informatico e poi da storico (la sua tesi di laurea è sull'istituto referendario in Italia). Oltre alla politica segue appassionatamente Scarlett Johansson, il progressive rock e la sua squadra del cuore, il Manchester United.

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