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Il decreto Semplificazioni in dirittura d’arrivo

Il decreto Semplificazioni in dirittura d’arrivo

Il decreto legge sulle semplificazioni incassa la fiducia al Senato sull’emendamento del Governo interamente sostitutivo dell’AS 3194 di conversione del decreto-legge n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo, con 246 voti favorevoli, 33 contrari e 2 astenuti. Il decreto, già approvato dalla Camera, scade il 9 aprile e tornerà quindi a Montecitorio per l’ultimo passaggio formale prima del via libero definitivo in settimana. Per l’ultimo passaggio parlamentare il Governo esclude al momento la richiesta della fiducia: «Valuteremo fino all’ultimo – ha spiegato il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi – ma credo che non ce ne sarà bisogno. Ovviamente abbiamo dei tempi da rispettare». Esclude la fiducia anche il Sottosegretario ai Rapporti col Parlamento, Giampaolo D’Andrea, anche considerato lo scarso numero di emendamenti presentati: solo 26, di cui 25 della Lega e uno dell’Italia dei Valori, per l’esame dei quali serviranno 11 votazioni.

Nel testo che torna all’esame della Camera il provvedimento si compone di 75 articoli (12 in più rispetto alla versione approvata dal Consiglio dei Ministri), che  incidono su un ampio spettro di settori normativi e recano misure orientate a favorire la semplificazione in favore dei cittadini e per le imprese. Ad esempio si introducono disposizioni finalizzate a ridurre gli adempimenti necessari all’attività delle imprese (intervenendo sia sulle materie delle autorizzazioni, dei controlli e delle procedure pubbliche di appalto, sia sulle materie del lavoro e dell’ambiente), a snellire procedimenti amministrativi, a migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione, ad incentivare la digitalizzazione di documenti da conservare o produrre, e a fornire sostegno ed impulso allo sviluppo del sistema economico, attraverso disposizioni che incidono sulla materia dell’innovazione tecnologica, dell’università, dell’istruzione, delle strutture energetiche e del turismo.

Tra le maggiori novità introdotte dal DL Semplificazioni si segnalano:

  • l’addio ai certificati cartacei con uso massiccio del web;
  • la velocizzazione delle procedure, puntando sull’online, soprattutto per agevolare le imprese;
  • la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), che consente di iniziare un’attività immediatamente o avviare i lavori nel settore dell’edilizia, non dovrà essere corredata da attestazioni di tecnici abilitati se non in casi particolari;
  • l’obbligo, dal 2014, di comunicazioni on-line con gli uffici pubblici (si potranno pagare online anche le multe);
  • i versamenti all’Inps non saranno più in contanti dal 1° maggio;
  • l’avviamento di iniziative turistiche con i beni sequestrati alla mafia da parte di cooperative o consorzi di cooperative sociali di giovani con meno di 35 anni;
  • le imposte di bollo verranno pagate per via telematica con carte di credito;
  • i permessi di parcheggio per invalidi saranno validi su tutto il territorio nazionale e non esclusivamente nel Comune di residenza;
  • l’introduzione della cartella clinica elettronica e l’incentivazione dell’utilizzo della prenotazione online e della telemedicina;
  • la licenza di caccia e quella per il tiro a segno tornano ad avere una durata di sei anni anziché di uno;
  • le iscrizioni agli atenei avverranno esclusivamente online, mentre dal prossimo anno accademico (2013-2014) anche il libretto degli esami sarà “virtuale“;
  • più rapido l’iter per accertare le condizioni per l’astensione anticipata dal lavoro in caso di gravidanza a rischio;
  • la rivitalizzazione di alcune misure adottate in passato, come il prolungamento di un anno del bonus Sud, la nuova sperimentazione della social card nelle città con oltre 25mila abitanti e i pacchetti low cost per favorire il turismo di giovani, anziani e disabili;
  • l’integrazione dell’articolo 50, finalizzata al superamento del blocco della consistenza degli organici della scuola, previsto dall’articolo 19, comma 7, del decreto-legge 98/2011, in relazione all’andamento della popolazione scolastica;
  • l’introduzione della possibilità di produrre il pane fresco anche di domenica;                                                                                              
  • l’introduzione di un piano triennale taglia-oneri amministrativi da varare a breve da parte del Governo;
  • la concessione dei cambi di residenza in tempo reale;
  • la validità del bollino blu per gli automobilisti in corrispondenza delle scadenze per la revisione dei veicoli;
  • i TIR resteranno fermi nei giorni festivi, ma non alla vigilia delle feste;
  • la semplificazione dei controlli sulle imprese non scatterà in materia di salute e di sicurezza sui luoghi di lavoro;
  • la sburocratizzazione delle procedure per l’assunzione di extracomunitari;
  • al fine di rilanciare lo sviluppo dei territori terremotati dell’Abruzzo, l’istituzione della Scuola sperimentale di dottorato internazionale “Gran Sasso Science Institute (GSSI)”;
  • l’abrogazione di 297 atti normativi, a fronte dei 15 originariamente previsti.

Durante l’esame al Senato, in particolare, sono stati modificati gli articoli 38, 44 e 47, nonché la tabella che riportava gli atti normativi abrogati a partire dal sessantesimo giorno dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, al fine di escludere la voce relativa al comma 5-quinquies dell’articolo 5 della legge n. 225 del 1992. Il suddetto comma, il cui primo periodo (unitamente al comma 5-quater, connesso con quest’ultimo) è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo dalla sentenza della Corte costituzionale n. 22 del 2012, viene così sottratto all’abrogazione (prevista invece nel testo approvato dalla Camera). Cosa dice il comma 5-quinquies, nella parte non dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale? Dispone che qualora – in caso di calamità naturali – sia utilizzato il Fondo di riserva per le spese impreviste (articolo 28 della legge 31 dicembre 2009, n. 196), quest’ultimo è corrispondentemente e obbligatoriamente reintegrato in pari misura con le maggiori entrate derivanti dall’aumento dell’aliquota dell’accisa sulla benzina e sulla benzina senza piombo, nonché dell’aliquota dell’accisa sul gasolio usato come carburante. Si tratta di un emendamento bipartisan al DL Semplificazioni, approvato dalla Commissione Affari costituzionali del Senato, che reintroduce la c.d. “tassa sulle disgrazie”, ovvero la copertura dei costi delle calamità naturali attraverso l’aumento delle accise regionali sulla benzina, originariamente cancellata dalla Camera e su cui, in Senato, la Commissione Bilancio aveva posto un problema di copertura finanziaria. Ora, l’emendamento interamente sostitutivo presentato dal Governo e approvato dal Senato stabilisce che il Fondo della protezione civile per le calamità naturali sia finanziato attraverso un meccanismo automatico che prevede l’aumento dell’accise regionale sulla benzina ogni volta che si usano risorse del Fondo stesso, col conseguente rischio di aumento della benzina non solo sui residenti delle regioni colpite da calamità naturali, bensì su tutti i cittadini italiani. Il Ministro per la Funzione Pubblica Patroni Griffi, ha sottolineato che dalla norma per il Fondo imprevisti della Protezione civile «non deriva alcun aumento delle accise della benzina» in quanto, spiega, «si tratta di una copertura tecnica che preesiste al decreto legge».

Il maxiemendamento sostitutivo contiene anche le modifiche apportate dal Governo all’articolo 44 contro il rischio di depenalizzazione di reati ambientali e del reato di lottizzazione abusiva, sollevato dalla Commissione Giustizia del Senato, in un parere giunto alla Commissione Affari costituzionali, solo all’indomani dell’approvazione della Commissione in sede referente del decreto legge. Per questo motivo, ha spiegato il Presidente della Commissione Affari costituzionali, Carlo Vizzini, non era stato possibile modificare il testo. Il problema, sollevato in Aula dalla Lega Nord, è stato risolto quindi dall’esecutivo, come annunciato in Aula da Patroni Griffi, introducendo un’ulteriore modifica al decreto legge originario, in modo da precisare che non vi possa essere il rischio di depenalizzazione dei reati ambientali e tantomeno del «reato di lottatizzazione» abusiva. Il Ministro per la Funzione Pubblica, intervenendo in Aula al Senato, ha ringraziato Calderoli per aver posto la questione e spiegato che «in effetti, […] pur escludendo che possano esserci elementi di rischio in merito al reato di lottizzazione abusiva, a fini prudenziali» il Governo e la maggioranza hanno concordato di «tornare al decreto legge originario introducendo una modifica».

Da ultimo, modifica importante passata al Senato, è quella che riguarda le liberalizzazioni nel campo delle telecomunicazioni (tlc). «Il Governo ha trovato il giusto compromesso con l’emendamento sull’ultimo miglio poiché non ha snaturato il senso della liberalizzazione e ha rispettato le decisioni del Parlamento, nonostante le pressioni delle lobby». È quanto dichiara Stefano Saglia, deputato Pdl, in merito all’emendamento voluto dal Governo e introdotto all’esame in Senato al decreto semplificazioni relativo alla questione della liberalizzazione della rete di accesso alla telefonia fissa. Per Telecom passa quindi la linea soft sul c.d. ultimo miglio: è stata infatti approvata una disposizione che consente agli operatori di potersi rivolgere ad aziende terze per la manutenzione. Dopo una mediazione tra l’Esecutivo – che voleva limitare la norma – e il Legislativo, il compromesso cui si è giunti assegna all’Authority per le tlc l’individuazione delle misure per arrivare agli obiettivi fissati. Entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del DL Semplificazioni, l’Autorità dovrà quindi individuare le misure idonee ad “assicurare l’offerta disaggregata dei prezzi relativi all’accesso alla rete fissa e ai servizi accessori”. La separazione delle due voci di costo – affitto della linea e servizi di attivazione e manutenzione – consentirà agli operatori di acquisire i servizi anche da imprese terze operanti in regime di concorrenza, sotto la vigilanza e secondo le modalità indicate dall’Autorità, assicurando il mantenimento della sicurezza delle rete.

Oltre ad attendere la conversione definitiva del testo da parte dell’Aula della Camera, già si sa che il capitolo semplificazioni non si chiude con questo provvedimento. Infatti, il Ministro per lo Sviluppo, Corrado Passera, ha annunciato che «l’idea è di presentare ogni 2-3 mesi un pacchettone che tocchi la vita delle famiglie ma soprattutto delle imprese, e in particolare delle Pmi». Se è così, allora il nodo rimasto aperto che punta a ripristinare la legge Montalcini sui ricercatori under 40, forse potrebbe essere sciolto nel prossimo futuro. Una assicurazione questa che non è bastata al senatore del Pd Ignazio Marino, il quale ha scelto di non partecipare al voto sulla fiducia – insieme all’esponente di Coesione nazionale Salvo Fleres – per esprimere il proprio dissenso. Il Sen. Marino, parlando di «affossamento della ricerca e delle opportunità per i giovani di restare in Italia» da parte del Governo Monti, ha criticato il Ministro dell’Università, Francesco Profumo, accusandolo di mentire e invitandolo a dimettersi.

 

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