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Dove prende i voti il “Partito dei Tecnici”?

Dove prende i voti il “Partito dei Tecnici”?

Secondo un sondaggio pubblicato da Repubblica un eventuale Partito dei Tecnici ruberebbe voti ai partiti che ad oggi sostengono il Governo Monti. In realtà è tra gli indecisi che tale partito avrebbe più appeal

Un recente sondaggio di Ipr Marketing pubblicato da Repubblica ipotizzava gli effetti sullo scenario politico italiano di un’eventuale “discesa in campo” del Partito dei Tecnici, ovvero di un cartello elettorale guidato dagli attuali esponenti del Governo Monti. Nonostante lo stesso Mario Monti abbia più volte rimarcato la sua intenzione di non presentarsi alle elezioni una volta giunto a termine il suo mandato nel 2013, molte voci si sono sollevate circa la possibilità che alcuni ministri, ad oggi definiti tecnici, si espongano in prima persona in una competizione elettorale.

Tale ipotesi sarebbe il preludio ad effetti devastanti per i partiti che ad oggi sostengono la maggioranza. Questo ipotetico partito infatti potrebbe contare sul consenso del 22% degli elettori, ridimensionando considerevolmente le percentuali che nei sondaggi sono assegnati alle formazioni politiche che compongono la pseudo-maggioranza odierna: Pd-Terzo Polo-Pdl. Il partito di Bersani sarebbe il più penalizzato, visto che passerebbe dal 28% al 22%, lasciando sul campo circa il 6% del suo peso elettorale. Anche Pdl e Udc potrebbero avere i loro bei problemi, passando rispettivamente dall’8% al 4% e dal 22% al 17%, perdendo un 5% ciascuno.

Forse però tale lettura risulta un po’ troppo semplicistica e, percentuali a parte, il dato politico che emerge va valutato in maniera più approfondita. Non va dimenticato infatti che le percentuali attribuite dai sondaggi ai partiti sono al netto degli astenuti e degli indecisi: considerano cioè nel computo generale soltanto coloro che hanno espresso la chiara intenzione di votare un determinato partito politico. Considerando che le percentuali di rispondenti indecisi o con l’intenzione di astenersi raggiungono quota 47%, il peso elettorale dei vari partiti, in termini assoluti, va  ridimensionato. Al lordo degli indecisi infatti, il Partito Democratico è stato indicato come preferito dal 14,8 % dei rispondenti al sondaggio, l’Udc dal 4,24% e il Pdl dall’11,6%.

Ovviamente queste percentuali non vengono riportate nella maggior parte dei sondaggi perché quando si va alle elezioni il numero dei seggi viene ripartito in base alle percentuali dei votanti, senza considerare gli astenuti o le schede bianche, e lo scopo è quello di fornire una proiezione del peso delle varie formazioni politiche in caso di elezioni. Ma in una situazione di profonda sfiducia nei confronti dei partiti come quella attuale non si può non considerare l’altissimo tasso di indecisi, pari al 47% degli elettori.

Che è dove si inserisce il Partito dei Tecnici. Questo ipotetico partito infatti, più che sottrarre voti ai vecchi partiti, sembra ridare fiducia a molti disaffezionati della politica, che ad oggi non si riconoscono in nessuna formazione elettorale. Con un eventuale partito dei tecnici quindi il numero degli indecisi crolla dal 47% al 33%. Una riduzione del 14% degli astenuti che spiega quasi interamente il drastico ridimensionamento dei vari partiti. Il Partito Democratico che passava dal 28% al 22% al netto degli astenuti, in termini assoluti perde soltanto lo 0,1%, attestandosi intorno al 14,7%. Perderebbe poco di più il Pdl, che passerebbe dall’11,6% al 11,3%. Il più penalizzato a questo punto risulta essere il partito di Pier Ferdinando Casini, che scenderebbe dal 4,24% al 2,7%.

È proprio tra gli elettori del Terzo Polo e gli indecisi infatti che il Governo Monti riscuote la maggior parte dei suoi consensi, ed è quindi il principale bacino a cui attingerebbe un eventuale Partito dei Tecnici. A conferma di questi dati, altri due sondaggi, il primo effettuato dalla stessa Ipr Marketing, il secondo dalla Demos di Ilvo Diamanti. Secondo Ipr Marketing, in caso di candidatura di un partito guidato da Mario Monti (nel sondaggio sopra citato ci si limitava a chiamare in causa un partito dei tecnici, in questo caso si ipotizza una candidatura dello stesso Monti) il 70% degli elettori dell’Udc si dichiara disposto ad abbandonare il proprio partito per votare la “Lista Monti”, contro il 30% del Pd e il 5% del Pdl. Per quanto riguarda gli indecisi invece, secondo Demos, in caso di candidatura di un partito Monti, l’astensionismo scenderebbe dal 35% al 23%.

Il risultato politico di un eventuale partito dei tecnici quindi non sarebbe tanto quello di rubare consensi ai partiti moderati (fatta eccezione per l’Udc e il Terzo Polo in generale, che comunque sta facendo proprie quasi tutte le battaglie portate avanti da questo governo) ma di dare rappresentanza politica ad una consistente fetta di quei cittadini (che a dire la verità ad oggi rappresenta la maggioranza) che non si riconoscono in nessuna formazione politica.

Roberto Mincigrucci

Nasce il 22/09/1988 ad Assisi, vive a Torgiano (PG). Consegue nel 2010 la laurea triennale in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Perugia. Attualmente frequenta un corso di laurea magistrale in Scienze della Politica e del Governo all'Università degli Studi di Perugia. Collabora con il Corriere dell'Umbria e con Youtrend.

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