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Primarie PD 2017: il dominio di Renzi

Primarie PD 2017: il dominio di Renzi

Sono passati più di due giorni da quando si sono chiuse le urne delle primarie del Partito Democratico, e il quadro è ormai chiaro. Ha vinto (con ampio margine) Matteo Renzi, che ha bissato così la vittoria del 2013.

I dati, diffusi dal PD solo lunedì pomeriggio (e ancora in attesa di “certificazione”) parlano di un’affluenza ai gazebo di 1.848.658 elettori, e di un Renzi vincente con il 70% dei voti. In seconda posizione Andrea Orlando, al 19,5%, terzo Michele Emiliano con il 10,5%. definitivi, pubblicati nella mattina di giovedì 4, dicono: Renzi 69,17%, Orlando 19,96%, Emiliano 10,87%.

I votanti totali sono stati 1.838.938, di cui 11.538 nella circoscrizione Estero).

L’incertezza sulle cifre

Una prima polemica sui dati era venuta da Orlando, che aveva affermato di essere in possesso di numeri diversi da quelli inizialmente diffusi, che parlavano di un’affluenza inferiore (intorno a 1,6 milioni) e che lo davano al 22% e con Renzi intorno al 68%. Ma anche se fosse così, la sostanza non cambia. È però piuttosto allarmante che ci sia voluto così tanto tempo per ottenere dei dati definitivi: prima quelli dell’affluenza, su cui c’è stato per quasi un giorno un vero e proprio mistero. Inizialmente il PD aveva diffuso una stima che parlava di un numero di votanti “tra 1,9 e 2 milioni”. Lunedì pomeriggio poi è stato diffuso il dato definitivo (?). Ma per tutta la serata di domenica (e buona parte di lunedì) gli unici dati in circolazione erano stati quelli raccolti sul web da noi di YouTrend e diffusi sui nostri canali social con l’hashtag #openPData.

L’affluenza regione per regione

Cominciamo da un’analisi dell’affluenza. Come in molti hanno notato, si è trattato di un calo molto forte rispetto alle precedenti primarie (2013): circa un milione in meno, da 2,8 milioni a 1,8. Ma non è stato un calo uniforme: nel centro-nord il calo è stato più alto (mediamente del 45%), mentre nel Mezzogiorno l’affluenza ha tenuto meglio, e in certi casi è perfino aumentata (come in Puglia e Basilicata).

Le mappe dei risultati: Renzi, Orlando, Emiliano

Veniamo ora ai risultati dei tre candidati, iniziando proprio da Renzi. Quella che vedete è la mappa del voto a Renzi nelle varie regioni: dove il blu è più scuro, il risultato di Renzi è migliore. Il picco è in Umbria (dove sfiora l’81%), ma in generale i risultati sono molto alti in tutto il centro-nord. Solo in Puglia Renzi scende sotto il 60% (addirittura al 35%).

Questa invece è la mappa di Orlando. Comprensibilmente, il ministro della Giustizia ottiene il miglior risultato nella sua regione, la Liguria (il 34,5%), dove però viene comunque battuto da Renzi di 30 punti. Curiosamente, anche per Orlando il tallone d’Achille è la Puglia, dove supera a malapena il 10%.

Proprio la Puglia è il “feudo” di Michele Emiliano, governatore della regione, giunto terzo (e ultimo) sia nel voto riservato ai tesserati sia in queste primarie, non riuscendo mai ad ottenere percentuali superiori al 10% a nord di Roma. Per contro, ha vinto nella sua Puglia dove ha sfiorato il 55% ed ha fatto piuttosto bene anche in due regioni limitrofe, Molise e Basilicata.

 

Salvatore Borghese

Laureato in Scienze di Governo e della comunicazione pubblica alla LUISS, diplomato alla London Summer School of Journalism e collaboratore di varie testate, tra cui «il Mattino» di Napoli e «il Fatto Quotidiano».
Cofondatore e caporedattore (fino al 2018) di YouTrend. È stato tra i soci fondatori della società di ricerca e consulenza Quorum e ha collaborato con il Centro Italiano di Studi Elettorali (CISE).
Nel tempo libero (quando ce l'ha) pratica arti marziali e corre sui go-kart. Un giorno imparerà anche a cucinare come si deve.

1 commento

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  • Risultati ” certificati ” da chi ?
    Vi sono enti o soggetti indipendenti che hanno controllato e certificato il voto ?
    Ma di che cosa stiamo parlando ?

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