YouTrend

Acqua in Italia: quanta ne consumiamo, quanta ne sprechiamo

Oltre un terzo dell’acqua erogata nel nostro Paese viene persa a causa dello stato della rete idrica. 

Da diverse settimane l’Italia è vittima di una forte siccità dovuta alle basse precipitazioni e all’elevato caldo che in questi giorni sta colpendo particolarmente tutta l’Europa. Ma quanta acqua si consuma in Italia? Per rispondere useremo un report elaborato da Istat e pubblicato a marzo 2022.

 

Quanta acqua si eroga e quanta viene persa

Nei 109 comuni capoluogo di provincia, dove risiedono 17,8 milioni di abitanti (il 30 per cento circa della popolazione italiana), sono stati immessi nella rete idrica 2,4 miliardi di metri cubi di acqua all’anno (370 litri per abitante al giorno) ed erogati 1,5 miliardi di metri cubi agli utenti finali, pari a 236 litri per abitante al giorno. 

Ci sono considerevoli differenze geografiche. Nel Nord-Ovest in media vengono erogati agli utenti finali 282 litri e nel Nord-Est 220, mentre nel Centro sono 231, nel Sud 221 e nelle Isole solo 194. Tra i 109 capoluoghi, volumi superiori ai 300 litri per abitante al giorno si riscontrano nelle città di Milano, Isernia, Cosenza, L’Aquila, Pavia e Brescia. Viceversa, sotto i 150 litri per abitante si trovano Barletta, Arezzo, Agrigento, Andria e Caltanissetta.

Una considerevole parte dell’acqua immessa in rete va poi persa. Nel 2020 sono infatti andati dispersi 0,9 miliardi di metri cubi, pari al 36,2 per cento del totale, con una perdita giornaliera per km di rete pari a 41 metri cubi.

Le condizioni di massima criticità, con perdite superiori al 65 per cento, sono state registrate a Siracusa (67,6 per cento), Belluno (68,1 per cento), Latina (70,1 per cento) e Chieti (71,7 per cento). All’opposto, in sette capoluoghi le perdite sono inferiori al 15 per cento: Macerata (9,8 per cento), Pavia (11,8 per cento), Como (12,2 per cento), Biella (12,8 per cento), Milano (13,5 per cento), Livorno (13,5 per cento) e Pordenone (14,3 per cento).

Un calo delle perdite si ha, spiega Istat, dove ci sono state attività di distrettualizzazione della rete di distribuzione negli ultimi anni, cosa che ha consentito di ridurre le pressioni di esercizio e di rilevare le perdite occulte (come, ad esempio, a Roma e Como).

 

 

La soddisfazione per il servizio idrico e la comprensione delle bollette

Nel 2021, l’86 per cento delle famiglie allacciate alla rete idrica comunale si ritengono molto o abbastanza soddisfatte del servizio. Anche in questo caso si registrano considerevoli differenze: si va dal 92 per cento circa delle famiglie residenti al Nord al 70 per cento di quelle delle Isole, passando per l’84,1 per cento di quelle del Centro e per l’82,4 per cento nel Sud.

A livello nazionale, la quota di famiglie che si ritengono molto o abbastanza soddisfatte rispetto all’odore, al sapore e alla limpidezza dell’acqua è pari a più di tre su quattro (il 76,2 per cento), ma la quota è ben al di sotto della media nazionale in Sicilia (59,7 per cento), Sardegna (62,9 per cento), Calabria (68,8 per cento) e Campania (70,5 per cento). Solo il 66,5 per cento è invece soddisfatto della comprensione delle bollette dell’aqua.

 

 

Quando ci si fida a bere l’acqua del rubinetto

Le famiglie che dichiarano di non fidarsi a bere l’acqua di rubinetto sono il 28,5 per cento, dato stabile rispetto al 2020 ma in calo rispetto al 40,1 per cento del 2002. Permangono notevoli differenze territoriali: si va dal 16,8 per cento nel Nord-est al 57,2 per cento nelle Isole.

A livello regionale, le percentuali più alte si riscontrano in Sicilia (59,9 per cento), Sardegna (49,5 per cento) e Calabria (38,2 per cento), le più basse nelle Province autonome di Bolzano (0,8 per cento) e Trento (2,4 per cento). Molto inferiori alla media nazionale anche le quote di Valle d’Aosta (8,6 per cento) e Friuli-Venezia Giulia (11,6 per cento). 

 

Lorenzo Ruffino

Commenta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.