Presentano qualche elemento di sorpresa i risultati delle Europee 2019 in Olanda, dove gli elettori sono stati chiamati alle urne già giovedì per eleggere 26 deputati (che diventeranno 29 dopo la Brexit). Si è votato con un sistema proporzionale senza soglia di sbarramento che prevede voti di preferenza all’interno delle liste. L’affluenza ha sfiorato il 42%, in aumento di quattro punti rispetto al 2014 ma sempre inferiore alla media europea. Data la volatilità dell’elettorato olandese non era facile prevedere l’esito delle elezioni: in effetti i sondaggi delle ultime settimane sono stati smentiti, mentre si sono dimostrati molto precisi gli exit poll diffusi giovedì sera.
Contrariamente alle attese, i risultati danno in testa il Partito del Lavoro (PvdA) di Frans Timmermans, spitzenkandidat del Partito Socialista Europeo alla presidenza della Commissione, che sfiora il 19% e ottiene 6 seggi. Segue il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) – la formazione liberale del premier Mark Rutte –, che ottiene il 14,6% dei voti, pari a 4 seggi. In terza posizione i popolari di Appello Cristiano Democratico (CDA), che portano a casa il 12,1% dei voti e 4 seggi. Uno in meno per il Forum per la democrazia (FvD) dello storico e avvocato Thierry Baudet – contrario al multiculturalismo e alla permanenza dell’Olanda nell’Unione europea –, che con il 10,9% si ferma al quarto posto. Ma delude il Partito per la Libertà (PVV) di Wilders – anti-islamico e antieuropeista, con posizioni ancora più estreme di quelle di Baudet –, che non supera il 3,5% e non riesce a eleggere nessun parlamentare.
Elezioni europee in Olanda: i risultati
La distribuzione dei seggi
Rispetto ai sondaggi della vigilia appare quindi netta la vittoria dei socialdemocratici di Timmermans, che venivano dati addirittura al terzo posto, e deludente la performance della formazione di Baudet, annunciata come possibile primo partito e che invece arretra sensibilmente rispetto alle senatoriali di marzo. Un altro possibile confronto è quello con le Europee 2014, che avevano visto la vittoria di CDA e dei liberali di D66 (questi ultimi passati dai 4 seggi di cinque anni fa ai 2 di oggi), seguiti dal Partito per la Libertà (che passa da 4 a 0 seggi). Guadagnano un seggio i liberali di Rutte e ben 3 seggi in più i laburisti di Timmermans. Sempre rispetto al 2014, va poi segnalato il risultato di Sinistra Verde (GL), che guadagna quattro punti percentuali e un seggio in più a Strasburgo, e il seggio che quest’anno ottiene 50Plus, formazione che tutela gli interessi dei pensionati.
Guardando alla distribuzione dei seggi per gruppo europeo, si nota il successo dell’ALDE (a cui sono iscritti VVD e D66), che con 6 seggi si conferma il più folto gruppo olandese all’Europarlamento. Grazie al risultato del Partito del Lavoro, 6 seggi li ottiene anche l’Alleanza dei Socialisti e dei Democratici. Crescono i Conservatori e Riformisti europei (di cui fanno parte FvD e CU-SGP), che passano dai 2 seggi del 2014 ai 5 del 2019, mentre perde un seggio il PPE, che in Olanda può contare solo sull’adesione dei Cristiano Democratici. Ma il calo più sostanzioso è quello di Europa delle Nazioni e della Libertà (il gruppo di estrema destra di Salvini e Le Pen), che a causa del crollo di Wilders non elegge alcun deputato olandese a Strasburgo.
Così in Europa
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