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Merkel perde di un soffio la Bassa Sassonia

Merkel perde di un soffio la Bassa Sassonia

Contrariamente a quanto da molti predetto, la vittoria in volata del governo uscente, che recuperava voti a ogni nuovo sondaggio, non è avvenuta. Per un solo seggio e pochi decimi percentuali SPD e Verdi strappano il grande Land della Bassa Sassonia a CDU e FDP.Il presidente Mc Allister, di padre scozzese ma pienamente tedesco, dovrà lasciare il proprio posto nonostante la buona popolarità. Non è riuscito tuttavia a compensare la relativa impopolarità dei partiti della coalizione nei confronti dell’alternativa SPD-Verdi, che era da 10 anni all’opposizione.

La legge elettorale delle elezioni nei Lander rispecchia quela nazionale, con due voti da assegnare: il primo (Erststimme) sceglie il candidato che vince il collegio uninominale ottenendo un seggio (sono così assegnati la metà dei seggi totali); il numero dei seggi complessivi che ciascun partito otterrà è deciso dal secondo voto (Zweitstimme) in cui si vota il partito e la lista bloccata ad essa collegata. I seggi saranno distribuiti proporzionalmente, con sbarramento al 5%, considerando solo questo secondo voto. I deputati ad ottenere il seggio saranno quelli risultati vincenti nel primo voto ad esaurimento e poi seguendo la lista bloccata. Nel caso di più vincitori di collegio di deputati assegnati con il secondo voto, si incrementano i posti nel parlamento regionale fino a includere tutti i vincitori di collegio (questa dei seggi variabili in eccesso, detti Überhangmandaten, è una peculiarità del sistema tedesco).

Vediamo i risultati, dal sito del Tagesschau, il notiziaro della TV pubblica tedesca ARD:

Qui la variazione rispetto alle precedenti elezioni:

L’affluenza è aumentata dal 57,1% al 59,4%, non riuscendo però a recuperare che poco più di 2 punti sui 10 persi nel confronto tra il 2008 e il 2003 nell’affluenza. Nel 2008 vi era stato un esito di minore popolarità per il governo Wulff uscente, accompagnato però da un’impopolarità della SPD impegnata nella Grosse Koalition nazionale con la Merkel, e così erano stati l’astensione e la Linke ad assorbire molti voti in uscita.

Ora vi è stato un riflusso di questa tendenza, la SPD ha recuperato voti alla Linke, scesa sotto il 5%, e si è risollevata dal minimo storico del 2008. Ma vediamo meglio i dati nel dettaglio.

  • CDU: La CDU è tra i partiti più polarizzati geograficamente; è molto forte nelle zone rurali del sud-ovest, nell’Emsland, di tradizione secolare molto più cattolica della media del Land, un’area in cui supera anche il 50%, confinante con le aree dove anche i cristiano-democratici olandesi hanno i risultati migliori; ma ha buoni risultati anche nell’ugualmente cattolico Eichsfeld a sud-est e in generale nelle zone di provincia fuori dalle città, dove tradizionalmente non ha buoni risultati e ancor di meno questa volta (in particolare ad Hannover)
  • SPD: Come già detto, la SPD si risolleva dal suo minimo; le sue zone tradizionalmente più favorevoli sono la Frisia a nord-ovest, area protestante confinante con l’analoga Frisia olandese – dove non a caso si registrano i risultati massimi dei laburisti dei Paesi Bassi. Inoltre ha percentuali sopra la media nelle aree molto industrializzate a est intorno a Wolfsburg, patria della Volkswagen, di cui il governo del Land è azionista. Il partito è rimasto un po’ sotto la media nelle città (tranne Hannover, grazie al sindaco SPD particolarmente popolare) e nelle zone cattoliche roccaforti della CDU.
  • Grünen (Verdi): Il voto verde è un voto urbano, giovane ed istruito, supera il 25% nella città universitaria di Gottingen e al centro di Oldenburg e Hannover; sono forti nel nord-ovest, dove c’è un controverso centro di smaltimento di scorie nucleari a Gorleben, e un po’ a sorpresa (visto che in generale si differenzia dall’alleato per un voto più urbano e meno rurale) nella roccaforte SPD di Emden. Comunque anche i Verdi ottengono i minimi nelle roccaforti CDU.
  • FDP: Non vi è molto da dire qui sulla distribuzione geografica, non particolarmente marcata; c’è una certa omogeneità con migliori risultati nelle zone protestanti rurali e peggiori nelle aree operaie ad est. Quello che è invece interessante è che segue l’andamento della CDU, risultando forte dove la CDU è forte, cosa normalmente rara tra partiti stabilmente alleati: qui si nota una correlazione tra i due elettorati molto maggiore della media e forse l’arcano si svela se ipotizziamo che gran parte degli elettori FDP siano elettori di centro-destra che hanno strategicamente votato FDP per fargli superare la soglia del 5%: ciò sarebbe confermato dalla differenza tra primo e secondo voto, che è enorme, in cui il partito passa dal 2% nel voto di collegio al 10% nel voto di lista. Qui di seguito vediamo cosa gli elettori FDP hanno votato nel 2008 e 2014 come primo voto maggioritario, e notiamo quest’anno il trasferimento tra FDP e CDU sia ancora più marcato: 
    Del resto è da tempo che l’elettorato puramente liberaldemocratico è in calo in tutto il Paese, ed è probabile che anche alle prossime elezioni federali si ripresenterà un voto strategico atto a salvare il partito dalla soglia del 5%.
  • Linke: La sinistra radicale subisce un crollo, coerente con l’apparente ritiro dall’Ovest per cui i suoi più recenti elettori ritornano verso Verdi e SPD; i risultati migliori li ha nelle roccaforti dei Verdi, ma anche nelle zone operaie dominate dalla SPD, andando male nelle areee rurali cattoliche.

ARD ha condotto una analisi dei movimenti degli elettori in base agli exit polls, e risulta che i movimenti più grossi per la CDU sono i trasferimenti di voti alla FDP (circa 100 mila voti) di cui si è già parlato, ma ci sono anche circa 50mila voti verso Verdi e SPD e un po’ sorprendentemente risulterebbero 50mila voti in arrivo dall’astensione.

Per la SPD i guadagni maggiori vengono dall’astensione (circa 90 mila voti) e da CDU-FDP (circa 60 mila), pur cedendo circa 50 mila voti ai Verdi.

I Verdi  devono il loro successo al contributo degli astensionisti, per un totale di 60mila voti, SPD per circa 50mila, CDU e FDP per circa 30mila, e la Linke per circa 20mila. Cedono qualcosa ai Pirati.

La Linke cede voti soprattutto all’astensione, circa 40mila voti, e altri 20mila a Verdi, nonché alla SPD.

Alla fine il risultato è stato una via di mezzo tra il consenso personale goduto da McAllister, molto alto, e quello ridotto della coalizione CDU-FDP. Infatti, come possiamo vedere dai seguenti grafici, la popolazione preferisce un nuovo governo di coalizione SPD-Verdi anche se, allo stesso tempo, apprezzava l’operato del presidente uscente.

Nel primo grafico il 68% degli elettori si dichiarano a favore del lavoro svolto da McAllister, ma solo il 39% dice che CDU e FDP dovrebbero continuare a governare.

Tra i provvedimenti più contestati quello di avere mantenuto le rette universitarie, che in poche altre parti della Germania esistono ancora. Rilevamenti demoscopici dicono che il 45% degli elettori ritiene il problema dell’educazione il più importante, e solo il 25% quello della disoccupazione. È evidente la netta differenza con il resto dell’Europa attanagliata dalla crisi economica.

Nel prossimo grafico si evince così la preferenza per una coalizione rosso-verde: la domanda richiede quale sia la coalizione preferita per la Bassa Sassonia e il 52% si schiera per SPD-Verdi e solo il 36% per CDU-FDP.

Queste elezioni hanno modificato in parte anche il panorama per le prossime elezioni nei Lander tedeschi e soprattutto quella federale di settembre: il voto strategico dalla CDU alla FDP, tra l’altro invocato dallo stesso McAllister, ha prodotto un boomerang per la CDU, che così ha diminuito invece che aumentare i consensi. E così già la CSU in Baviera ha affermato che non perseguirà la stessa strategia, e si dovrà vedere quanto potrà accadere a livello nazionale dove CDU/CSU sembrano forti nei sondaggi (anche sopra il 40%) e la FDP è al confine dello sbarramento, tra il 4 e il 5%. Qui in effetti basterebbe un voto strategico motlo minore di quello avvenuto in Bassa Sassonia per aiutare la FDP e del resto è già avvenuto in passato.

Che poi tutto ciò possa bastare a far tornare Angela Merkel alla cancelleria o invece renda necessario ricorrere a un’altra Grosse Koalition (come mostrano i sondaggi) lo vedremo nei prossimi otto mesi.

Gianni Balduzzi

Classe 1979, pavese, consulente e laureato in economia, cattolico-liberale, appassionato di politica ed elezioni, affascinato dalla geografia, dai viaggi per il mondo, da sempre alla ricerca di mappe elettorali e analisi statistiche, ha curato la grande mappa elettorale dell'italia di YouTrend, e scrive di elezioni, statistiche elettorali, economia.

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