YouTrend

Quota 100 e reddito di cittadinanza: il sondaggio Quorum/YouTrend per Sky TG24

Ieri sera su SkyTG24 è andata in onda una nuova puntata di Il Confine, condotto da Sarah Varetto, durante il quale sono stati trasmessi i risultati di un nuovo sondaggio Quorum/Youtrend. La ricerca ha prodotto risultati molto interessanti, soprattutto sulle misure introdotte dal governo con il “decretone”: Quota 100 e il reddito di cittadinanza.

Sondaggio Quorum/YouTrend: e intenzioni di voto

Partiamo però con le intenzioni di voto per le elezioni europee di maggio. La Lega si conferma primo partito con il 30,9%, ma è in leggera flessione (-0,9%) rispetto al sondaggio di dicembre. Il Movimento 5 Stelle insegue al 26,6%, ma ha perso più di un punto in un mese (-1,4%). Terzo è il Partito Democratico, distante dai partiti di maggioranza ma in netta crescita rispetto a fine anno: lo accreditiamo del 19,1% dei voti (2,5%). Quasi stabili da dicembre Forza Italia (9,6%, -0,2%) e Fratelli d’Italia (5%, +0,1%). Gli altri partiti sommati totalizzano l’8,8%.

Ma, ad oggi, sulla partecipazione al voto per le europee c’è incertezza. Solo il 58,4% degli intervistati, infatti, sa già per chi voterebbe, in calo del 3,6% rispetto a dicembre, mentre il 17,5% sarebbe in dubbio. Il 24,1%, infine, avrebbe già deciso di astenersi.

Sondaggio Quorum/YouTrend: l’operato del governo

Come stiamo per vedere, i provvedimenti economici chiave del governo non sembrano aver deluso lo zoccolo duro dei sostenitori del governo. La soddisfazione per l’operato del governo, infatti, non è calata bensì è lievemente cresciuta, dal 39% del sondaggio di dicembre al 41% odierno.

Il trend è confermato anche fra gli elettori del M5S e della Lega, fra i quali la soddisfazione è stabile. Fra i primi (90,4%) si conferma leggermente più alta che fra i secondi (88,8%), ma la differenza è davvero minima.

Sondaggio Quorum/YouTrend: il reddito di cittadinanza

Andando a valutare il consenso sulle singole proposte, il reddito di cittadinanza si conferma un provvedimento controverso. È a favore, infatti, solo il 45,3% degli intervistati, mentre il 54,7% si esprime in senso contrario. Come vedremo, i favorevoli sono in larga maggioranza elettori dei partiti di governo.

Fra gli elettori della Lega e del Movimento 5 Stelle, infatti, la percentuale di consenso per la misura è intorno al 90%. Questo significa che, fra gli elettori di altri partiti, astenuti e indecisi, il reddito di cittadinanza è assai meno popolare.

Sondaggio Quorum/YouTrend: quota 100

La riforma delle pensioni, al contrario, è decisamente più popolare. Quota 100 è infatti promossa da oltre il 60% degli intervistati, oltre quindici punti in più rispetto al reddito di cittadinanza. Ciò significa che, oltre all’approvazione della stragrande maggioranza degli elettori dei partiti di governo, riscuote un discreto consenso anche fra quelli dell’opposizione. I più entusiasti sono senza dubbio i leghisti, con il 97,2% di favorevoli al cambiamento della detestata riforma Fornero. Seguono a stretto giro gli elettori pentastellati, con il 93,6% di consensi. Ma anche nel centrosinistra la percentuale di chi approva Quota 100, seppur minoritaria, non è trascurabile: è a favore il 25,8% degli elettori.

Interrogati sul provvedimento più convincente, però, gli elettori dei partiti di maggioranza si spaccano. Gli elettori leghisti sostengono a stragrande maggioranza la riforma delle pensioni (80,9%), mentre quelli pentastellati preferiscono il reddito di cittadinanza, seppur con percentuali meno nette (62,1%)

Il motivo della maggior popolarità di Quota 100, anche fra gli elettori del M5S, sta nella nettezza delle opinioni degli italiani sull’età pensionabile. Praticamente tutti gli elettori di ciascun partito (oltre il 99%), infatti, ritengono che non si debba lavorare fino a 67 anni. L’introduzione di una norma che abbatte l’età minima per il pensionamento, quindi, riscuote consensi significativi in tutto il panorama politico.

Quando viene chiesto loro l’età giusta per andare in pensione, però, emergono differenze significative fra gli elettori dei vari partiti. Quelli del centrosinistra, che peraltro sono in media i più anziani, indicano come età adeguata per smettere di lavorare i 62 anni e mezzo. Oltre un anno in più rispetto agli elettori del Movimento 5 Stelle (61,2 anni) e quasi due in più rispetto ai leghisti (60,8 anni).

Sondaggio Quorum/YouTrend: il salvataggio delle banche

Sul giudizio contrario rispetto al salvataggio delle banche in difficoltà c’è un consenso che va oltre gli schieramenti politici. Il 78,5% degli intervistati, infatti, afferma che il salvataggio da parte dello Stato sia sbagliato, a fronte di appena il 21,5% che ritiene giusto salvare le banche.

Come dicevamo, il dissenso sul tema è trasversale ai partiti. Gli elettori più restii sono quelli M5S, fra i quali solo il 15,6% è favorevole. Percentuale solo lievemente più alta (18,9%) fra i leghisti e anche nel centrosinistra, nonostante i favorevoli arrivino al 32,8%, prevalgono i contrari. Ciò testimonia i rischi assunti dal governo Conte con la scelta di salvare Banca Carige con un provvedimento molto simile a quello già usato dall’esecutivo Gentiloni.

Sondaggio Quorum/YouTrend: i diritti degli stranieri

Infine, una domanda che ha spaccato a metà gli intervistati è relativa alle prestazioni sociali a cui devono aver diritto gli stranieri residenti in Italia. Molte polemiche a riguardo erano nate in autunno a seguito del cosiddetto “Caso Lodi”, quando il comune lombardo aveva adottato provvedimenti discriminatori per ridurre l’accesso ai servizi comunali delle famiglie straniere. Sul tema gli italiani sono divisi: il 47,7% ritiene che gli stranieri abbiano diritto al medesimo livello di prestazioni sociali dei cittadini italiani, mentre il 43,9% è contrario.

Redazione

La redazione di YouTrend

1 commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

  • Quel che mi preme trattare del reddito di cittadinanza sono le conseguenze che ne verranno una volta attuato. Per fare ciò e mostrare dove questo ci porterà, occorre fare un esempio pratico. Visto che il 5 pare essere il numero che va per la maggiore, possiamo intendere di altrettanti lavoratori che attorno a un tavolo siano in attesa della loro busta paga, vale a dire il reddito per il quale essi hanno lavorato. Con il reddito di cittadinanza avremmo invece attorno allo stesso tavolo non più i soliti 5 ma in tal caso 7 (i 5 lavoratori e 2 disoccupati). Ebbene questi due, che fra l’altro avrebbero denaro senza che questo abbia creato un ritorno allo Stato (niente contributi né IVA da lavoro, sono ben 3.500.000 da soddisfare con parecchi miliardi l’anno), saranno in grado di togliere denaro dalle buste paga dei 5 lavoratori. Ora se consideriamo che le 5 buste paga sono in realtà la ricchezza prodotta dal paese, si fa presto a capire che il denaro in più immesso in circolo non sarà altro che la causa di una incontrollabile inflazione (siccome lo Stato avrà incassato per 5 ma poi spenderebbe per 7). In breve questo avverrebbe perché sul mercato quando la domanda supera l’offerta succede che i prezzi salgono svalutando il potere d’acquisto del denaro. Questo è L’abc dell’economia, altro che cercare il consenso promettendo cose senza competenza perché guidati da un comico: che ne sa costui di economia pubblica? Per cui non serve dire abbiamo i soldi e li distribuiamo. ma occorre sapere anche cosa succede una volta che questi siano stati immessi in circolo.
    Mazza dottor Terenzio.