YouTrend

La redistribuzione del reddito in Italia nel 2020

L’indice di Gini nel 2020 è pari a 30,2 dopo la redistribuzione. Le misure di sostegno al reddito hanno avuto un importante ruolo nel ridurre il rischio di povertà.

L’Istat questa settimana ha rilasciato un’analisi sulla redistribuzione del reddito in Italia nel 2020 e su quale è stato l’impatto della pandemia e delle misure a sostegno del reddito decise dal governo.

 

La redistribuzione del reddito in Italia 

Per valutare la distribuzione del reddito si usa l’indice di Gini. Si tratta di un indice che va da 0 a 100 (o da 0 a 1): più cresce, più aumenta la disuguaglianza. 

L’indice di Gini primario – cioè senza considerare l’intervento pubblico – nel 2020 è stato pari a 44,3, mentre se si considera la redistribuzione dei redditi l’indice scende a 30,2. L’impatto sull’indice dei trasferimenti è più rilevante (10,5 punti) rispetto a quello del prelievo contributivo e tributario (3,6 punti). 

La diseguaglianza dei redditi pre-redistribuzione è significativamente più alta nel Mezzogiorno (46,5) rispetto al Centro (42,1) e al Nord (40,7). Questo fa sì che l’effetto redistributivo sia relativamente più importante nel Mezzogiorno, dove i trasferimenti e il prelievo determinano una riduzione della diseguaglianza da 46,5 a 29,6 punti. Anche dopo l’intervento pubblico rimangono comunque importanti differenze territoriali. 

 

Il ruolo dei trasferimenti pubblici

Le pensioni sono la principale misura redistributiva del sistema, andando a fornire un reddito alle famiglie di ex lavoratori che tendenzialmente hanno redditi di mercato bassi o nulli. Le pensioni previdenziali costituiscono circa il 20% del reddito lordo di tutte le famiglie.

Le altre pensioni, le prestazioni sociali per la famiglia e il lavoro e i trasferimenti straordinari per l’emergenza Covid-19 costituiscono l’8% circa del reddito lordo per il totale delle famiglie. Tra i trasferimenti, quelli a favore delle famiglie sono quelli più progressivi: rappresentano il 4% del reddito della parte più povera delle famiglie e lo 0,1% del reddito delle famiglie più ricche.

Nel 2020 con la pandemia sono state prese misure straordinarie di sostegno al reddito e espanse quelle già esistenti. Tra i trasferimenti per lavoro, è cresciuto sensibilmente il numero di beneficiari delle indennità legate alla crisi delle imprese (Cig ordinaria, Cig straordinaria, Cig in deroga, Fondo integrazione salariale). Anche i trasferimenti per la famiglia, come il Reddito di cittadinanza, hanno contribuito nel 2020 a contrastare la caduta dei redditi familiari. Alle misure già esistenti si sono aggiunti i trasferimenti straordinari per il Covid-19, tra i quali il reddito di emergenza, il bonus per i lavoratori autonomi e quello per colf e badanti, il cui impatto complessivo è stato pari allo 0,5% del reddito lordo per il totale delle famiglie.

 

Il sostegno ai redditi durante la pandemia

Le misure straordinarie per la pandemia da Covid-19 hanno svolto un ruolo importante andando a ridurre il rischio di povertà dei disoccupati di circa 6,9 punti percentuali, di 3,5 punti per gli inattivi e di 2,6 punti per i lavoratori autonomi. Il rischio di povertà, sia prima sia dopo l’intervento pubblico, è pari alla quota di persone che vive in famiglie con un reddito disponibile equivalente inferiore al 60% della mediana. 

L’impatto è stato più rilevante nel Nord-Ovest (-4,8 punti percentuali). Nel Mezzogiorno il rischio di povertà rimane considerevolmente elevato, anche se l’intervento straordinario ha ridotto di 2,1 punti percentuali il rischio di povertà al Sud e di un punto nelle Isole.

L’Istat stima che senza la cassa integrazione, il reddito di cittadinanza e le altre misure straordinarie l’indice di Gini sarebbe stato 31,8 contro il 30,2 effettivamente avuto, e il rischio di povertà del 19,1% rispetto all’effettivo 16,2%. La Cig e il RdC hanno ridotto l’indice di Gini di 1,2 punti e il rischio di povertà di 0,8 punti, le altre misure straordinarie invece hanno abbassato di 0,4 l’indice e di 2,1 punti il rischio di povertà. Il bonus autonomi ha ridotto il rischio di povertà di 1,9 e l’indice di Gini di 0,3. L’Importo medio del bonus autonomi è stato pari a 1.876 euro.

 

Conclusione

In breve, l’indice di Gini nel 2020 è stato pari a 30,2 in termini di reddito disponibile. I trasferimenti previdenziali sono la principale misura redistributiva, ma l’importanza degli altri trasferimenti è aumentata significativamente. Insomma, le misure straordinarie hanno avuto un ruolo considerevole nel ridurre il rischio di povertà. 

 

Lorenzo Ruffino

Commenta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Send this to a friend