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Il punto sul Regno Unito: prosegue il calo dei Conservatori

Il punto sul Regno Unito: prosegue il calo dei Conservatori

Il partito del Premier Johnson tocca la percentuale più bassa dalle elezioni del 2019, dopo i picchi superiori al 50% raggiunti nei mesi dell’emergenza

Dopo l’esplosione dell’emergenza Covid-19, il Regno Unito sta tornando gradualmente alla normalità. In questo contesto prosegue il calo dei Conservatori nei sondaggi, che però sembra rallentare forse anche per via dell’attenuazione di alcune misure anti-Covid: a inizio luglio il Governo ha infatti deciso di riaprire ristoranti, pub, parrucchieri e piscine all’aperto. Se a marzo il vantaggio del partito di Boris Johnson sui Laburisti superava i 20 punti, oggi anche un +6,5% è una boccata d’ossigeno, dopo il rapido calo degli ultimi mesi. A giugno, infatti, i Laburisti guidati dal nuovo leader Keir Starmer erano arrivati a poco più di 5 punti di distanza dai Tories.

Ciò non toglie che anche questo mese i Conservatori siano scesi di quasi un punto, al 43,3%, così come i Laburisti, che perdono quasi due punti e raggiungono il 36,8% dei consensi, secondo la media dei sondaggi Opinium e YouGov. Risalgono invece i partiti minori, come i LibDems (al 6,5%) e i Verdi (al 3,8%).

Anche nel gradimento personale Boris Johnson risale al 39%, ma resta dietro a Keir Starmer, in calo al 43%. Se dovessero scegliere fra i due candidati Primo Ministro, gli elettori sceglierebbero comunque Johnson, 36% a 34%.

Da due mesi, però, i cittadini sono insoddisfatti del modo in cui il Governo sta gestendo la crisi, anche se i giudizi sono in miglioramento. Se appena all’inizio di luglio il 49% si diceva insoddisfatto a fronte di un 30% di soddisfatti, ora il gap è molto ridotto (43% a 38%), secondo Opinium.

 

Lo stesso istituto demoscopico registra che le attività che i cittadini britannici si sentono più pronti a tornare a frequentare, dopo i mesi di limitazioni, sono i parrucchieri (39%). Seguono ristoranti (27%), trasporti pubblici (25%) e pub (23%), tutte attività che sono tornate a funzionare a pieno regime solo a luglio. Il 50% dei britannici ritiene però che il Paese stia uscendo dal lockdown troppo in fretta, mentre solo il 10% ritiene che lo stia facendo troppo lentamente.

Dal 25 luglio, inoltre, l’uso delle mascherine è diventato obbligatorio nei negozi e nei supermercati (la multa prevista è di 100 sterline). Si tratta di una misura ampiamente apprezzata dai cittadini inglesi (71%, contro un 13% di contrari). Il 69% ritiene che dovesse essere resa già obbligatoria da prima, e anche l’80% di chi in precedenza non sempre ha indossato la mascherina ha dichiarato che comincerà a farlo.

Infine, sul capitolo Huawei, la maggioranza dei cittadini apprezza l’iniziativa di Boris Johnson di escludere l’azienda cinese dalle infrastrutture delle reti 5G. Il 55% dei britannici si dichiara d’accordo con questa decisione, mentre solo l’8% si oppone. Peraltro, sebbene ci sia una certa preoccupazione per le possibili ripercussioni da parte di Xi sulle aziende inglesi situate in Cina (preoccupazione condivisa dal 66% degli elettori) e sull’immagine di Paese ostile alle aziende che potrebbe derivarne (25%), il 57% dei britannici ritiene che i rischi che si corrono con Huawei sono eccessivi se paragonati ai vantaggi economici. Del resto, ricordiamo che ad inizio luglio il Governo Johnson ha anche attaccato la Cina per il caso Hong Kong.

Su tutti, c’è un dato che aiuta a comprendere il sentimento dell’elettorato sulla Cina: il 38% dei britannici la ritiene la maggiore minaccia per il Regno Unito, una percentuale esattamente doppia rispetto al secondo Paese più temuto, ossia la Russia (19%). Solo un elettore su 100, di contro, ritiene la Cina il migliore alleato del Regno Unito.

Francesco Cianfanelli

Collaboro con YouTrend dal 2018 e con Agenzia Quorum dal 2019, occupandomi di strategia, messaggio e social media per soggetti politici e candidati. Nel tempo libero amo la corsa, la bicicletta, i podcast e altre attività da asociali.

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