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Coronavirus, il confronto fra Hubei e la Lombardia

Coronavirus, il confronto fra Hubei e la Lombardia

Il confronto fra la provincia cinese dove è iniziata la pandemia e la regione italiana più colpita mostra dati interessanti (e preoccupanti per l’Italia)

In questi giorni l’Italia sta fronteggiando i momenti più difficili, finora, della pandemia da Coronavirus. In Lombardia, in particolare, il tasso grezzo di letalità – cioè il rapporto fra deceduti e il totale dei casi noti – è ormai stabilmente superiore al 10%, anche se è probabilmente sovrastimato vista la politica di fare i tamponi solamente ai sintomatici. Ma come potrebbe evolvere la situazione in Lombardia? Per capirlo, proviamo a confrontare l’evoluzione dell’epidemia in Lombardia con quella nel primo focolaio: la provincia cinese di Hubei, il cui capoluogo è Wuhan.

Prima di iniziare l’analisi, è importante avanzare due disclaimer: fra Lombardia e Hubei, infatti, ci sono due differenze rilevanti. La prima riguarda la popolazione: Hubei ha circa 60 milioni di abitanti contro i 10 della Lombardia. Nonostante ciò la densità abitativa delle due regioni è comparabile, con circa 320 abitanti per chilometro quadrato nella provincia cinese e 420 in Lombardia. La seconda discrepanza è che, per quanto riguarda Hubei, i dati sono disponibili solamente dal 22 gennaio, il giorno prima dell’inizio del lockdown a Wuhan. Per la Lombardia, invece, sono disponibili dati ufficiali dal 25 febbraio, 12 giorni prima dell’emanazione del Dpcm che ha esteso la Zona Rossa a tutta la regione.

Per rendere meglio confrontabili i dati nei nostri grafici, abbiamo scelto di partire dal 23 gennaio per Hubei (che quel giorno aveva 444 casi e 17 decessi) e dal 27 febbraio per la Lombardia (403 casi, 14 decessi).

Coronavirus, il confronto nei casi totali fra Lombardia e Hubei

 
Come si vede nel grafico, Hubei ha avuto tre momenti in cui la curva ha decisamente cambiato direzione. Il 2 febbraio (giorno 11 nel grafico) c’è stata una prima impennata. A questa è seguito da un’altro picco di un solo giorno il 13 febbraio (giorno 22). Infine dal 18 febbraio (giorno 27) in poi, c’è stato un netto rallentamento, fino ad oggi. Il secondo picco, bisogna precisarlo, è stato dovuto a un cambiamento nel sistema di diagnosi del Coronavirus in Cina. Dal 13 febbraio, infatti, per accertare un caso in Hubei non è stato più necessario il tampone, ma è stato sufficiente l’accertamento dei sintomi da parte dei medici.

La curva della Lombardia, dal canto suo, finora non ha subito deviazioni significative. Ciò significa che la tendenza del contagio nella regione è ancora esponenziale, anche se la crescita ha lievemente rallentato rispetto ai primi giorni.

[Il confronto fra le previsioni del Governo e i dati reali]

Passando ora all’aspetto più tragico della pandemia, il numero dei deceduti, è importante avanzare un altro disclaimer. Il dato dei morti, infatti, dipende da numerosi fattori diversi, fra cui comorbilità (presenza di altre patologie oltre al Covid 19), struttura demografica della società e disponibilità di strutture di cura e letti in terapia intensiva. Queste variabili sono inevitabilmente molto diverse fra Lombardia e Hubei, quindi il confronto sui decessi va preso con le pinze ancor di più rispetto a quello sui casi totali.

Coronavirus, il confronto dei decessi fra Lombardia e Hubei

 

In questo grafico si nota una divergenza netta fra le due linee. In Lombardia, i decessi sono cresciuti di molto rispetto a quelli in Hubei a partire dal 9 marzo, il giorno 12 nel grafico. Nei dieci giorni successivi a questo cambio, cioè fino a ieri, in Lombardia sono morte oltre 180 persone al giorno, più del doppio di quanto è successo fra il giorno 12 e il giorno 22 in Hubei.

Per cercare di capire le cause del terribile numero di vite perse, può essere utile osservare i dati del numero di posti letto in terapia intensiva in Lombardia.

Coronavirus, l’andamento dei casi e dei ricoverati in terapia intensiva in Lombardia

Dal grafico si può vedere l’incremento percentuale sia dei casi di Covid 19 sia dei pazienti in terapia intensiva. Si può notare come dall’inizio di marzo l’incremento dei casi sia costantemente maggiore dei nuovi posti di terapia intensiva utilizzati. Questo elemento, al netto dei pazienti che escono dalla terapia intensiva (perché superano la fase acuta o perché muoiono), va unito a un’età media della popolazione più elevata e probabilmente a un numero di tamponi effettuati più basso rispetto al campione cinese. Queste possono essere alcune delle motivazioni per cui il tasso grezzo di letalità sia decisamente più alto rispetto alla Cina e ad altri stati europei (dove in ogni caso la curva epidemica è in una fase precedente).

Articolo in collaborazione con Federico Boscaino

Giovanni Forti

Romano, studia Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Sant'Anna. Quando non è su una montagna, si diverte con sistemi elettorali, geografia politica e l'impatto delle disuguaglianze sul voto.

5 commenti

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  • L’aumento repentino dei deceduti di questi ultimi giorni può essere unicamente spiegato dal fatto che oramai i posti in terapia intensiva sono tutti occupati (e stabilmente da ogni singolo paziente per settimane) e quindi i malati più gravi non possono ricevere assistenza adeguata, e quindi soccombono. Fintanto che i nostri capoccioni (incompetenti) non si decidono a dare il via libera generalizzato all’uso dei farmaci anti-artrite reumatoide (invece di aspettare gli esiti di una “sperimentazione” che in Cina è stata già fatta “sul campo”) i morti aumenteranno inesorabilmente.
    Uno degli aspetti più desolanti di questa situazione è la completa e generalizzata incompetenza e incapacità di agire con lucidità mentale delle nostre classi dirigenti.
    La Cina ci aveva insegnato. Noi siamo solo dei “somari”.
    La Cina vincerà questa guerra. L’Occidente è moribondo. E se lo merita.

  • Cito: “La curva della Lombardia, dal canto suo, finora non ha subito deviazioni significative. Ciò significa che la tendenza del contagio nella regione è ancora esponenziale.”

    Esponenziale?! Ma stiamo scherzando? Se ancora fosse esponenziale altro che 50000 infetti. Ancora dalla citazione: Se la curva non subisce deviazioni significative vuol dire che è esponenziale… Ma che cavolata è mai questa? Davvero chi ha scritto studia Economics? O l’ha scritto il fratello con il debito in matematica?

    Ho visto davvero pochi articoli di qualità così bassa dall’inizio dell’epidemia.

    • Ciao Ivan, hai ragione, mancava un pezzo della frase: “La curva della Lombardia, dal canto suo, finora non ha subito deviazioni significative rispetto alla crescita esponenziale mostrata nei giorni scorsi“.
      Ti confermo che la curva dei casi totali in Lombardia, fino a venerdì, era ben approssimata da una funzione esponenziale (per la precisione la funzione è y=213,22*e^(0,1956x)), che aveva R2 superiore a 0,975.
      Per fortuna, con i recenti dati di sabato, domenica e oggi (questi ultimi influenzati dal calo dei tamponi effettuati), la crescita ha rallentato.
      Grazie per il feedback,
      Giovanni

  • A due mesi dalla data di pubblicazione di questo interessante studio il numero di contagiati della Lombardia ha superato quello dell’intera Cina. È possibile aggiornare l’articolo e vedere se l’interpolazione è ancora valida?