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Governo Conte, 100 giorni di luna di miele

Governo Conte, 100 giorni di luna di miele

Venuto alla luce ufficialmente il 1° giugno, in seguito ad una lunga e travagliata “gravidanza” politica (la più lunga impasse post elettorale mai avuta in Italia), il Governo Conte tocca i primi 100 giorni della sua vita in ottima salute, almeno per quello che riguarda il gradimento dei cittadini.

L’attuale esecutivo si è subito fatto notare per una forte discontinuità politica rispetto al passato. Come mostra il rapporto di Openpolis per Agi, il governo Conte è sostenuto da una maggioranza parlamentare tutt’altro che solida. I 34 voti di margine alla Camera sono il dato più basso degli ultimi 4 governi, mentre i 10 al Senato superano appena di due unità i valori di cui godevano gli esecutivi di Renzi e Gentiloni. Tuttavia il governo Conte sta dimostrando di godere di un forte consenso da parte degli italiani. In questi primi 3 mesi, segnati da violente polemiche soprattutto sulla gestione dei migranti (su tutte quelle legate ai casi delle navi Aquarius e Diciotti), il tasso di approvazione del Governo è rimasto alto in modo costante: secondo i dati di Lorien Consulting, dal 53% di gradimento registrato nei primi giorni (a giugno) si è toccato il 55% a luglio, per poi assestarsi sul 54% ad agosto. Secondo un’altra rilevazione di Ipsos il dato è ancora più alto: alla soglia dei 100 giorni infatti il governo sarebbe gradito addirittura al 58% degli italiani, anche qui con un lieve calo (di 3 punti) rispetto a luglio. In un sondaggio realizzato da Tecnè emerge inoltre come la gestione delle politiche migratorie abbia riscosso il 50% di giudizi positivi, un valore superiore a quelli relativi agli altri temi (le politiche per la sicurezza sono al secondo posto con il 35%). Anche per quanto riguarda la tragedia del crollo del ponte Morandi a Genova, la reazione dell’esecutivo è stata giudicata complessivamente positiva (54% di soddisfazione secondo Lorien) non solo dagli elettori di Lega e M5S, ma anche da chi il 4 marzo ha votato Fratelli d’Italia (72%) e Forza Italia (63%). Due forze queste che non sono entrate a far parte della maggioranza ma il cui elettorato è evidentemente sensibile ad alcune posizioni del governo.

Rispetto a quanto avvenuto con Letta, Renzi e Gentiloni, e proprio per la sua composizione strutturale che mette insieme due forze politiche per molti aspetti lontane tra loro, l’esecutivo Conte sta però mostrando in questi primi 100 giorni una minore forza propositiva. Non a caso molti vedono nell’imminente discussione sulla legge di bilancio il primo vero test sull’effettiva capacità di tenuta di questo governo.

I governi precedenti

Se confrontiamo il consenso del governo Conte nei suoi primi 100 giorni con quello dei governi precedenti (dati anche qui di Lorien), negli ultimi 8 anni soltanto il governo guidato da Matteo Renzi ha fatto registrare un trend paragonabile. Il governo Gentiloni, pur facendo segnare una crescita, partiva da livelli molto bassi e solo dopo 4 mesi raggiunse la soglia del 40%. L’esecutivo di Enrico Letta dopo una partenza molto positiva (66% di gradimento) dopo 100 giorni era sceso al 53%. Una dinamica simile a quella del governo Monti, partito dal 60% e sceso di 20 punti in 3 mesi. Alla soglia dei 100 giorni (aprile 2014) la fiducia in Renzi era invece del 59%: un mese dopo l’ex sindaco di Firenze avrebbe portato il suo partito al 40,8% dei consensi nelle elezioni europee, e un’ulteriore crescita innalzò il suo governo fino al 66% di giudizi positivi, prima che iniziasse un lento e infine rovinoso declino. Per ora del Governo Conte colpisce l’estrema stabilità del suo indice di gradimento, solitamente soggetto ad una certa volatilità; segno questo che c’è un ampio “zoccolo duro” di elettorato che ha fiducia nell’attuale maggioranza.

Rispetto all’epoca d’oro del renzismo vi è stato un ribaltamento evidente anche in alcuni dati relativi al rapporto tra gli italiani e l’Europa: nel giugno 2014 un sondaggio Ipsos indicava come la maggioranza degli italiani (51%) ritenesse giusti e legittimi i frequenti avvertimenti della UE all’Italia per il rispetto dei parametri del bilancio; solo il 38% affermava che non fosse necessario tenere conto delle indicazioni provenienti da Bruxelles. Gli ultimi dati raccolti da Quorum invece mostrano come attualmente prevalgano nettamente le opinioni critiche sull’Europa: sono il 47,8%, a fronte di un 28,6% che ne dà un giudizio “neutro” e di un 21,4% che esprime un parere positivo. Solo tra l’elettorato PD prevale un’opinione abbastanza positiva, mentre chi ha votato i due partiti attualmente al governo si conferma fortemente critico sull’operato UE. La principale motivazione di questo euro-criticismo viene identificata nell’incapacità dell’Europa di gestire l’immigrazione ed è proprio questo dato a confermare plasticamente quanto sia apprezzata la linea dura dei “porti chiusi” portata avanti da questo governo ed in particolare dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Realtà a confronto: USA e Francia

Detto che l’apprezzamento verso il Governo Conte è positivo se confrontato a quello registrato dai suoi predecessori, vediamo cosa emerge da un confronto con altri governi, in particolare con i presidenti di USA e Francia, che più di tutti devono fare i conti con il consenso popolare, essendo eletti direttamente dai cittadini. In Francia (secondo i dati dell’istituto Kantar TNSEmmanuel Macron, dopo circa 4 mesi dalla sua elezione, godeva di un apprezzamento del 41%, un dato inferiore a quello attuale di Conte. Stesso discorso per il suo predecessore Hollande, il cui lavoro a circa 120 giorni dall’insediamento risultava positivo secondo il 50% degli elettori. Passando agli USA, l’autore del più sorprendente risultato elettorale degli ultimi anni, Donald Trump, ha avuto un tasso di approvazione del suo operato nettamente inferiore a quello dell’esecutivo M5S-Lega: dopo circa 100 giorni il dato si attestava attorno al 42%, (e dopo 6 mesi sarebbe calato ulteriormente al 39%). La rilevazione sul gradimento a metà del primo anno di un nuovo mandato presidenziale è una costante negli Stati Uniti: lo stesso Barack Obama nel 2008 viaggiava su valori non troppo dissimili da quelli dell’attuale governo italiano, facendo registrare un gradimento al 56% (dati da RealClearPolitics e FiveThirtyEight).

È ovvio che confronti tra paesi diversi, o anche all’interno dello stesso paese ma in anni (e quindi in contesti) differenti, rischiano sempre risultare fuorvianti; la percezione, confermata dai numeri, è però quella che l’attuale esecutivo italiano goda di un apprezzamento senz’altro molto rilevante. Il favore verso il governo e la sua maggioranza trova conferma nelle intenzioni di voto verso i partiti che lo compongono, con Lega e M5S che nell’ultima Supermedia del 6 settembre mettono insieme un notevole 59,1% di consensi.

Un’ultima ma significativa misura del consenso maturato dall’attuale esecutivo tra i cittadini lo si può ricavare dalla media delle rilevazioni di alcuni sondaggi (Piepoli, Lorien, Ipsos e Tecnè) sul gradimento dei vari leader politici: i tre volti simbolo dell’esecutivo giallo-verde (Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio) ricevono tutti un consenso molto elevato da parte dell’elettorato. Il presidente del Consiglio si piazza complessivamente al primo posto, seguito da Matteo Salvini con Luigi Di Maio quarto, poco al di sotto dell’ex premier Gentiloni. Sarà interessante capire nelle prossime settimane se le vicende giudiziarie che stanno coinvolgendo in questi giorni il leader leghista, sia per quello che riguarda i rimborsi elettorali della Lega sia per l’avviso di garanzia recapitatogli in merito alla questione della nave Diciotti, lo penalizzeranno o se invece riuscirà a trasformare queste inchieste in un vantaggio, compattando ancora di più il proprio elettorato.

Il confronto con i relativi agli esponenti delle opposizioni è abbastanza impietoso: secondo i dati di Piepoli e Lorien solo Paolo Gentiloni raggiunge risultati paragonabili. Lontanissimi invece gli altri: Renzi fatica a scaldare i cuori di un 20% degli elettori, Silvio Berlusconi è ancora più sotto. L’elemento che emerge è dunque la mancanza (o comunque la scarsità) di figure credibili alternative a quelle che fanno riferimento all’attuale governo. La “luna di miele” del triumvirato Conte-Di Maio-Salvini con gli italiani potrebbe essere quindi ancora molto lontana dal concludersi.

Matteo Senatore

Sono un ragazzo torinese laureato in Comunicazione Pubblica e Politica. Gran chiacchierone, da sempre amante dello sport, delle campagne elettorali e del cinema. Mi illudo ancora che la legge elettorale debba rappresentare le regole del gioco più profonde di un paese.

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