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Sorpasso della Lega sul M5S? Ora il centrodestra avrebbe la maggioranza

Sorpasso della Lega sul M5S? Ora il centrodestra avrebbe la maggioranza

Ha fatto piuttosto scalpore il sondaggio, realizzato da SWG per il TG La7 e che abbiamo anticipato ieri sui nostri canali social, secondo il quale la Lega di Matteo Salvini sarebbe ormai il primo partito del paese, avendo superato (seppure di un nonnulla: lo 0,2 per cento) il Movimento 5 Stelle, che deteneva il primato ininterrottamente dall’autunno dell’anno scorso.

Il sorpasso della Lega registrato da questo sondaggio non sorprende: da molte settimane il partito di Salvini fa registrare nei sondaggi dei consensi in continua crescita. Una crescita che prosegue, pressoché ininterrotta, ormai dalle Politiche del 4 marzo, quando – con oltre il 17% dei voti, suo record storico – la Lega si era imposta come primo partito del centrodestra, scalzando per la prima volta Forza Italia e consacrando Salvini come leader nazionale di un’intera area politica, e non più solo di un partito.

Eppure quel risultato, per quanto notevole, non bastò alla coalizione – che complessivamente aveva ottenuto il 37% dei consensi – ad ottenere la maggioranza dei seggi. Per questo, dopo quasi tre mesi di stallo e contrattazioni tra le varie forze politiche, si è potuto infine formare un governo solo con la scomposizione dell’alleanza di centrodestra e un’alleanza tra la Lega e il Movimento 5 Stelle, “certificata” dal famoso Contratto di governo.

Come le nostre analisi hanno dimostrato, l’assenza di una maggioranza all’indomani del voto non è stata determinata dal sistema elettorale bensì dall’assetto tripolare del nostro sistema partitico. I nostri calcoli ci hanno consentito di stimare che per ottenere una maggioranza, a legge elettorale invariata e con le stesse alleanze che si presentarono agli elettori il 4 marzo, sarebbe necessario raggiungere almeno il 42% dei voti. Al di sotto di tale soglia, il raggiungimento della maggioranza dei seggi sarebbe stato a rischio, quale che fosse stata la coalizione più votata.

I numeri del sondaggio di SWG ci consentono di mettere alla prova questa “congettura”. Sulla base della distribuzione del voto nei singoli collegi emersa alle Politiche, ecco cosa viene fuori provando a simulare le stesse coalizioni del 4 marzo (centrosinistra composto da PD, SVP e alleati minori; Movimento 5 Stelle; centrodestra composto da Lega, Forza Italia e FDI; Liberi e Uguali):

Come si vede dai grafici, il centrodestra conquisterebbe la maggioranza assoluta dei seggi: con il 42,4% dei voti (questo il dato aggregato odierno di Lega-FI-FDI secondo SWG), otterrebbe ben 334 seggi alla Camera e 162 al Senato, rispettivamente 18 e 2 seggi in più della maggioranza assoluta. Considerando che la simulazione non include i 12 seggi della Camera e i 6 del Senato assegnati nelle circoscrizioni estere (di cui un terzo potrebbe andare proprio al centrodestra), si capisce come l’ipotetica maggioranza potrebbe essere effettivamente più ampia.

Nei grafici sono evidenziati a parte i seggi che sarebbero conquistati dal centrodestra nei collegi uninominali: sia perché non possiamo sapere come verrebbero spartite ad oggi le candidature fra i tre (quattro?) partiti della coalizione – anche se verosimilmente alla Lega ne spetterebbero molte di più rispetto al 4 marzo – sia per evidenziare il numero di quelli vinti sul totale: 156 su 232 alla Camera e 77 su 116 al Senato, equivalenti rispettivamente al 68 e al 66 per cento dei collegi totali. In altre parole, nella quota maggioritaria prevista dal Rosatellum, un guadagno di 5 punti percentuali (dal 37 al 42 per cento) in termini di voti vorrebbe dire passare dal vincere in circa metà dei collegi uninominali al vincerne almeno i due terzi.

Le mappe dei collegi di Camera e Senato evidenziano ancor di più questa tendenza: rispetto al “tripolarismo incerto” che abbiamo visto all’indomani del 4 marzo, delle elezioni che avessero come risultato i numeri del sondaggio SWG produrrebbero un’Italia spaccata a metà, ma con un chiaro squilibrio in favore del centrodestra (in azzurro), pressoché egemone nel Centro-Nord e in grado di intaccare qua e là persino il predominio del Movimento 5 Stelle (in giallo) nel Centro-Sud, che il 4 marzo era apparso a dir poco granitico.

E il centrosinistra? Sebbene SWG non rilevi una flessione del PD (dato sostanzialmente sugli stessi valori delle Politiche) i collegi vinti dalla coalizione progressista (in rosso), per effetto della crescita del centrodestra, si ridurrebbero a pochissime zone: i collegi toscani di Firenze, Sesto Fiorentino ed Empoli, qualcuno (a rischio) in Emilia e un collegio urbano a testa a Roma e Torino. Oltre alle due “roccaforti” della SVP in Alto Adige. La stragrande maggioranza dei seggi del centrosinistra verrebbe invece dalla quota proporzionale. Liberi e Uguali, infine, secondo il sondaggio non supererebbe la soglia di sbarramento fissata al 3% e quindi non otterrebbe alcun seggio.

Salvatore Borghese

Laureato in Scienze di Governo e della comunicazione pubblica alla LUISS, diplomato alla London Summer School of Journalism e collaboratore di varie testate, tra cui «il Mattino» di Napoli e «il Fatto Quotidiano».
Cofondatore e caporedattore (fino al 2018) di YouTrend. È stato tra i soci fondatori della società di ricerca e consulenza Quorum e ha collaborato con il Centro Italiano di Studi Elettorali (CISE).
Nel tempo libero (quando ce l'ha) pratica arti marziali e corre sui go-kart. Un giorno imparerà anche a cucinare come si deve.

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