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Come si vota (e si viene eletti) nella circoscrizione Estero?

Come si vota (e si viene eletti) nella circoscrizione Estero?

Dodici alla Camera, sei al Senato. Tanti sono i seggi attribuiti ai parlamentari eletti nelle circoscrizioni estere. Per i deputati e senatori eletti entro i confini nazionali, la nuova legge elettorale (il Rosatellum) prevede un sistema misto, per cui poco più di un terzo viene eletto col metodo maggioritario in collegi uninominali ed il restante con riparto di lista proporzionale. Ma per quelli eletti fuori dai confini italiani, invece, come funziona? Scopriamolo.

La legge che regola l’elezione dei rappresentanti all’estero è la n. 459 del 2001, che all’articolo 6 comma 2 afferma

in ciascuna delle ripartizioni è eletto un deputato e un senatore, mentre gli altri seggi sono distribuiti tra le stesse ripartizioni in proporzione al numero dei cittadini italiani che vi risiedono sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

Le sotto-circoscrizioni estere (“ripartizioni”) sono quattro: 1) Europa 2) America Meridionale 3) America Settentrionale e Centrale 4) Africa, Asia, Oceania e Antartide. Ad ognuna di esse spetta un seggio “di base”. I restanti 8 seggi alla Camera e 2 al Senato vengono ripartiti secondo la regola dei quozienti e dei più alti resti.

Per questi motivi l’Europa è la ripartizione che assegna più seggi, ossia 7 (5 alla Camera e 2 al Senato). Seguono l’America Meridionale con 6 (4 e 2), l’America Settentrionale e Centrale con 3 (2 e 1) e, infine, la restante ripartizione “afroasiatica” con 2 (1 e 1). Di seguito riportiamo le tabelle riassuntive:

L’articolo 11 della stessa legge, invece, regola la conversione dei voti in seggi. L’assegnazione dei seggi viene fatta con metodo proporzionale in ciascuna ripartizione.

Agli elettori iscritti nelle liste dell’AIRE è inoltre consentito esprimere un voto di preferenza. Nessuna lista/listino bloccato, dunque, ma fino a due preferenze per ogni elettore (sempre che la ripartizione in cui si vota assegni almeno due seggi, altrimenti la preferenza si riduce ad una soltanto).

Secondo l’articolo 8, poi, la presentazione delle liste è rimessa alla raccolta di almeno 500 firme di elettori residenti nella medesima circoscrizione. Per quanto concerne l’elettorato passivo, “gli elettori residenti in Italia possono essere candidati in una sola ripartizione della circoscrizione Estero; gli elettori residenti all’estero possono essere candidati solo nella ripartizione di residenza della circoscrizione Estero”.

Infine, volgiamo lo sguardo a quello che avvenne nelle elezioni precedenti. La tendenza registrata finora è quella di una netta sovra-rappresentazione del centrosinistra rispetto ai voti presi entro i confini nazionali. Clamoroso fu il caso del 2006, quando Prodi ottenne la maggioranza al Senato in virtù dei quattro seggi esteri (su sei) conquistati. Anche nelle elezioni del 2008, complessivamente deludenti per il centrosinistra (che con Veltroni alla guida subì una pesante sconfitta, finendo quasi dieci punti dietro il centrodestra), il PD risultò comunque la lista più votata nella circoscrizione Estero della Camera, e giunse secondo di un soffio in quella del Senato. Ancora nel 2013, il PD di Bersani superò, solo grazie a quei voti, il Movimento 5 Stelle come partito complessivamente più votato visto che, considerando solo i confini italiani, Grillo risultava avanti di circa 40 mila voti.

Per quanto riguarda invece i seggi, in quell’occasione alla Camera il PD ottenne 5 deputati, contro i 2 di Scelta Civica e del MAIE e l’unico deputato eletto dal PDL, dal M5S e dall’USEI. Ancora meglio, per il centrosinistra, fu la situazione al Senato, dove con il 30% dei voti il PD si aggiudicò ben 4 seggi su 6, mentre i due restanti andarono a Scelta Civica e MAIE.

Andrea Maccagno

Laureato con lode in Governo e politiche alla LUISS, dove ha collaborato con il CISE, si interessa principalmente di sistemi elettorali e sistemi partitici.
Grande sostenitore dei diritti civili, è stato presidente di un'associazione LGBT

13 commenti

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  • Ciao, ti vorrei chiedere un chiarimento sul meccanismo di voto dall’estero: le coalizioni non vengono considerate nella ripartizione dei seggi, vero? In pratica, per ottenere anche solo un parlamentare nella circoscrizione europea, una lista dovrebbe avvicinarsi al 20% circa dei voti. Ho letto un po’ dappertutto ma non ho trovato una risposta definitiva. Ti ringrazio se hai un momento per chiarire questo dubbio.

    • All’estero si presentano liste singole. Per la soglia implicita minima da raggiungere in realtà dipende più che altro da quanti seggi mette in palio la circoscrizione. Così Europa e America Meridionale richiedono percentuali più basse: per esempio M5S ed USEI hanno ottenuto un seggio con il 13% dei voti all’interno della circoscrizione di riferimento. Per la ripartizione Africa, Oceania, Asia, invece, al Pd è servito più del 30% per ottenere l’unico seggio a disposizione.

  • Ciao Andrea, su internet ho trovato poche informazioni sul meccanismo elettorale nelle circoscrizioni estero. In particolare mi interessa il meccanismo del voto di lista e delle preferenze. Sapresti darmi qualche info in merito?grazie

  • Articolo molto interessante! Sarei curioso di capire se la sovra-rappresentazione del centrosinistra sia in qualche modo collegata al meccanismo delle preferenze.

  • Ma il quoziente della Camera non dovrebbe essere diverso da quello del Senato? Inoltre, puoi spiegare come è ottenuto il quoziente?

  • Ciao Andrea,

    grazie mille dell’articolo, hai spiegato tutto molto bene!
    Facendo due conti potrebbe esserci il colpaccio dell’Europa sul Sudamerica alla Camera. Qualora il trend di emigrazione verso il vecchio continente dovesse confermarsi anche nelle registrazioni all’Aire l’Europa scipperebbe un onorevole all’America meridionale.

  • Ciao, grazie per il tuo,lavoro. Ma non mi e’ chiaro quante preferenze si,possono dare per il Senato, nella circoscrizione Europa. Una o due? Grazie
    Antonella Tarquini

  • Incollato, a seguito, il paragrafo riguardo al quale porre la mia domanda:

    Secondo l’articolo 8, poi, la presentazione delle liste è rimessa alla raccolta di almeno 500 firme di elettori residenti nella medesima circoscrizione. Per quanto concerne l’elettorato passivo, “gli elettori residenti in Italia possono essere candidati in una sola ripartizione della circoscrizione Estero; gli elettori residenti all’estero possono essere candidati solo nella ripartizione di residenza della circoscrizione Estero”.

    chiedo cortesemente un’informazione: perché una persona, residente in Italia, si possa candidare nella ripartizione della circoscrizione Estero di propria scelta, potrebbe raccogliere le 500 firme anche (o solamente) nella propria circoscrizione italiana di residenza? Oppure solo e necessariamente nella ripartizione, appunto, della circoscrizione Estero di propria scelta?

    Grazie mille fin d’ora del tempo dedicatomi e sincerissimi complimenti per la sintesi e la chiarezza di quest’articolo.

    • Ciao Lorenzo, la presentazione di un candidato è subordinata alla presentazione della lista. Stando alla legge 27 dicembre 2001, n. 459, art. 8, comma 1, lettera c (sembra uno scioglilingua), le firme devono essere raccolte solo nella ripartizione in cui la lista si presenta.

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