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L’importanza del messaggio: perché nei sondaggi Renzi cala e Salvini sale

L’importanza del messaggio: perché nei sondaggi Renzi cala e Salvini sale

Da molte settimane, ormai, i sondaggi delineano una tendenza piuttosto chiara: PD e M5S sono in calo, mentre il centrodestra (in particolare Lega Nord e Forza Italia) è in crescita.

Un trend che ha cominciato ad emergere con chiarezza all’indomani delle Amministrative. Già in quella occasione era emerso come Renzi non fosse più il traino della comunicazione politica nel nostro Paese, ma che al contrario aveva cercato l’effetto sommergibile. Dall’altro lato Silvio Berlusconi aveva dimostrato la sua capacità di timesurfing, ovvero di cavalcare l’onda sfruttando la (prevedibile) buona performance elettorale del centro destra.

Prevedendo risultati non entusiasmanti, il leader del Pd era quasi scomparso dalla scena mediatica. Il tentativo di uscire dell’inquadratura dei media non ha funzionato: il suo silenzio è stato assordante, trasformandosi in un’assenza che ha comunicato l’ammissione della sconfitta. I ballottaggi di norma rappresentano un momento in cui la comunicazione dei leader subisce un’accelerazione, ma negli ultimi cento metri questa volta è mancato uno sprinter protagonista come Matteo Renzi.

In seguito, Renzi è stato messo in difficoltà dal suo essere costretto a volgere sempre lo sguardo alle questioni interne del Pd. Lo storytelling di Renzi ha perso la sua capacità di disintermediare (in passato uno dei suoi punti di forza) ed è diventato autoreferenziale agganciandosi a temi (come quelli delle alleanze, di Prodi, di Pisapia) che non hanno alcun appeal sull’opinione pubblica.

Il Partito Democratico ha pagato il costante vortice della litigiosità, che li porta ad essere presenti sulla scena mediatica quasi esclusivamente per polemiche e schermaglie interne o con gli alleati, attuali (Alfano) o potenziali (Pisapia). Per cercare di uscire da questa condizione, Renzi ha posto se stesso al centro dell’attenzione, in occasione dell’uscita del suo libro (“Avanti”). Ma la sua narrazione è sembrata schizofrenica: una volta pro Europa, oggi contro l’UE; prima a favore dell’accoglienza, poi “aiutiamoli a casa loro”. La comunicazione di Renzi, come mai prima d’ora, presenta un evidente deficit di strategia che produce un impatto negativo sulle intenzioni di voto.

Va detto che l’attuale agenda è dominata da temi come immigrazione, banche, Europa: temi su cui il Pd è fisiologicamente debole nel posizionamento e nella comunicazione.

L’appannamento – ormai cronico – della narrazione renziana, insieme alla difficoltà del M5S ad individuare i temi da cavalcare favoriscono la Lega Nord che continua a salire nelle intenzioni voto. Il partito di Salvini, con il ritorno del tema dell’immigrazione al centro dell’agenda, è in questo momento ai suoi massimi da inizio anno.

Il Carroccio si trova nel suo habitat comunicativo ideale, ovvero con la possibilità di essere aggressivo dal punto di vista mediatico sui temi che, da sempre rappresentano i leitmotiv del suo storytelling (immigrati, banche, Europa). Intorno a questi elementi nelle ultime settimane la Lega Nord è riuscita ad incrementare le intenzioni di voto arrivando a superare il 14%, finora il dato più alto del 2017. Gli sbarchi ed il comportamento dell’Europa, indifferente alle richieste di Minniti, hanno favorito il posizionamento di Salvini contro Governo e UE. Accanto a questo è presente da mesi il tema banche, in particolare quelle venete: la Lega da sempre si schiera “con i risparmiatori contro i banchieri” e sta capitalizzando anche questo posizionamento in termini di intenzioni di voto.

 

Per Forza Italia invece il format comunicativo è semplice: il protagonismo di Berlusconi come traino per i consensi. Il leader di Arcore è tornato al centro della scena ed in particolare su alleanze, legge elettorale e materie economiche dimostra ancora una volta la sua capacità di leadership anche comunicativa riprendendo un certo appeal. Dal punto di vista mediatico l’ex premier si sta ritagliando una posizione non più dominante ma influente, sfruttando a pieno questa condizione in particolare per “riattivare” il nocciolo duro dei suoi elettori. Berlusconi è tornato ad essere il leader comunicativo del partito e questo è, senza ombra di dubbio, uno dei driver principali della risalita del centrodestra nel suo complesso.

Infine, il M5S fatica a riprendersi dalle difficoltà elettorali. Non è servito il tentativo di posizionarsi sul tema immigrati e sbarchi in modo più aggressivo, avvicinandosi alla Lega. Un’azione comunicativa che non sembra essere piaciuta agli elettori grillini. In questa fase il partito di Grillo fatica ad attaccare ed è noto che nella narrazione costruttiva di proposte e soluzioni il M5S va in difficoltà per l’incapacità di costruire l’agenda. Soprattutto quando mancano nell’agenda quotidiana notizie sulla corruzione, la giustizia o episodi di malagestione. Non è un caso che di recente sia stato ripreso il – tutt’altro che nuovo – tema dei vitalizi, peraltro non senza scivoloni. Lo stand by comunicativo dei grillini provoca un calo delle intenzioni di voto che, come per il PD, si allontana sempre più dalla soglia psicologica del 30%.

Tutto questo si riflette in modo piuttosto evidente sulle intenzioni di voto, ben riassunte nella nostra Supermedia. A dimostrazione che una buona comunicazione, e soprattutto la capacità di far passare il proprio messaggio, è una condizione essenziale per guadagnare consenso.

Andrea Altinier

Andrea Altinier lavora da anni nella comunicazione politica ed istituzionale ed attualmente si occupa di consulenza di comunicazione strategica e pr in Adnkronos Nordest. Ha lavorato per dieci anni nello staff di Luca Zaia occupandosi della relazione con i media della Regione del Veneto. Ha maturato una consolidata esperienza lavorando nelle istituzioni e nel privato, in particolare presso la società Swg. È stato tra i fondatori e i curatori della rivista digitale www.postpoll.it e ha pubblicato un saggio all’interno del libro “La Nuova Comunicazione Politica” edito da Franco Angeli. Dal 2013 è docente di Comunicazione pubblica e d’impresa presso lo IUSVE di Venezia e Verona. Con Francesco Pira nel 2014 ha pubblicato il libro “Comunicazione pubblica e d’impresa”. Negli ultimi anni ha seguito come spin doctor diverse campagne elettorali e sta approfondendo il tema dello storytelling. E' impegnato in una sfida ambiziosa individuare i driver della comunicazione che modificano le intenzioni di voto. Una sfida che va oltre statistica e sociologia, ma con youtrend.it tutto è possibile.

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