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Quanti sono gli italiani su internet e come usano la rete

 

Nell’ultimo anno sempre più italiani si sono connessi a internet, nonostante l’Italia non si sia ancora dotata di un’agenda digitale capace di darle slancio in materia economica attraverso lo sviluppo tecnologico. Rispetto al 2010, secondo gli ultimi dati Audiweb (dicembre 2011), ben il 6,9% in più di cittadini tra gli 11 e i 74 anni ha accesso al web; ciò significa che 35,8 milioni di italiani hanno dichiarato di avere accesso alla rete, indipendentemente dal luogo e dal mezzo utilizzato.

Ovviamente, oltre alle percentuali relative a coloro che possono accedere alla rete è importante conoscere quante persone realmente navigano (anche se per pochissimo tempo) e quali dispositivi usano.

Nel 2010 gli utenti connessi a internet in media sono stati quasi 35 milioni, mentre nel 2011 oltre 38 milioni segnando un incremento del 9,4%.

Il grafico che segue mostra il trend annuale dell’internet audience, ossia della quantità media di persone che si sono connesse ad internet almeno un secondo, divise sia per mese che per giorno medio.

Mentre la linea degli utenti attivi nel mese è tendenzialmente ascendente senza brusche variazioni, passando da poco più di 25 milioni a oltre 27 milioni in un anno, quella relativa all’audience per giorno medio risente molto delle vacanze estive. Il numero di connessioni giornaliere nel mese di agosto sono circa 10 milioni, una cifra ben lontana dai 12-13 milioni registrati negli altri mesi del 2011.

Un altro dato interessante riguarda l’uso di internet diviso per fasce orarie. Come si può facilmente immaginare le ore notturne sono quelle meno frequentate dagli internauti: dalle 3 alle 6 si connettono mediamente solo 376.000 italiani. Diversamente, da poco prima di mezzogiorno fino alle 20:30 gli utenti online superano sempre i 6 milioni.

Ancora un trend per giorno medio riguarda l’uso di internet nell’arco della settimana. Anche qui i dati sono piuttosto scontati: il picco di connessioni si ha a inizio di settimana, con oltre 13 milioni e mezzo di naviganti il martedì, mentre nel weekend gli accessi a internet si riducono di circa 2 milioni.

Al netto di tutte queste tendenze, il dato essenziale è che gli utenti online nel 2011 (circa 39 milioni) sono cresciuti rispetto a quelli del 2010 (circa 36 milioni) del 7,8%. Anche gli utenti attivi nel mese (+8,3%) e quelli attivi nel giorno medio (+5,5%) hanno segnato un trend positivo nei dodici mesi.

Gli unici due trend in calo riguardano il tempo speso e le pagine viste per giorno medio. Questo significa che rispetto al 2010, dove spendevamo un’ora e mezza e guardavamo in media 183 pagine, adesso stiamo sul web dodici minuti in meno (-14%) e visitiamo solo 152 pagine (-17%).

In ultimo, da dove si connettono gli italiani, e con che cosa?

Ad oggi è ancora il pc a fare la parte del leone prevalentemente da casa o dal posto di lavoro, molto meno a scuola, nelle università, nelle biblioteche e negli internet point, nonostante l’uso di internet da questi luoghi abbia visto un notevole incremento nell’ultimo anno. Il fenomeno del 2010, tuttavia, sono stati gli smartphone e i cellulari di ultimissima generazione che hanno segnato un trend in forte rialzo: la percentuale di italiani che nel 2011 usa questi dispositivi per connettersi è aumentata in dodici mesi del 55,4% e c’è da scommettere che anche i tablet sapranno ritagliarsi in un futuro molto prossimo il loro spazio come strumenti di connessione al web.

 

Giuseppe Ceglia

Classe 1987, nasce ad Avellino dove vive fino alla maggiore età. Nel 2005 si trasferisce a Siena dove studia e collabora con il Corriere di Siena. Dopo essersi laureato in comunicazione si trasferisce a Roma per specializzarsi in giornalismo. Dal 2006 è un wikipediano attivo (in particolare, tiene d'occhio tutte le voci riguardanti la sua terra d'origine). Ha collaborato con il Corriere di Siena, Termometro Politico, e YouTrend. Attualmente lavora come addetto stampa e assistente parlamentare.

5 commenti

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  • I due dati in calo dove: “…spendevamo un’ora e mezza e guardavamo in media 183 pagine, adesso stiamo sul web dodici minuti in meno (-14%) e visitiamo solo 152 pagine (-17%)…” non mi sembra un fattore negativo. Può essere interpretato come l’aver centrato i propri interessi, perciò non c’è più bisogno di stare a cercare nel mare magnum, sono sufficenti i siti del proprio “segnalibro”. L’unica tabella mancante è il rapporto costo/velocità con gli altri paesi europei.
    Grazie per l’informativa
    Pier Luigi

  • Concordo con te Pier Luigi, credo che la tua ipotesi sia verosimile e proprio per questo ho usato l’espressione “trend in calo” in luogo di “trend negativi”. Sul rapporto costo/velocità (e sul digital divide) vedremo di scrivere in futuro, poiché sono argomenti che meritano un capitolo a parte.

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